L'allestimento firmato da Curro Carreres, con le bellissime scene e i piacevoli costumi di Raffaele Del Savio e le efficaci luci di Luciano Roticiani, pur riportando la vicenda – rispetto precedenti edizioni – al secolo dei lumi, è ancora estremamente contemporaneo, sia per la sua funzionalità, sia per la capacità di rendere gli accadimenti nella sua totale pienezza di significato evergreen.
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Anche in questa occasione è Massimiliano Caldi a dirigere la brava sezione d'archi dell'Orchestra del Maggio Musicale Fiorentino, con estrema perizia, particolare attenzione al suono e al ritmo, bel gesto ed interessante uso dei colori. Davvero pregevole è la resa musicale di “Sempre in contrasti”. Eccellente è la prova di Andrea Severi al cembalo.
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Sul fronte vocale Lavinia Bini è una Serpina ancora acerba, un poco stridula in certi acuti e non ben timbrata nel recitativo. A parte ciò sa essere ben intonata e molto armonica, soprattutto in “Stizzoso, mio stizzoso” e “Lo conosco a quegli occhietti”, ma il momento più riuscito è indubbiamente il canto patetico di “A Serpina penserete”, sinceramente raffinato e toccante.
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Purtroppo Davide Bartolucci, pur essendo dotato di buona intonazione e di una linea di canto abbastanza morbida, non sembra avere la vocalità necessaria e sufficiente per poter affrontare ruoli da protagonista, poiché in questa occasione, in un teatro piccolo come il Goldoni e con un'orchestra formata da meno di venti elementi, è talvolta coperto, oltre ad avere acuti tirati e gravi ben poco solidi.
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Molto buona è la resa di Alessandro Riccio nei panni di Vespone.
Calorosi applausi hanno accolto tutti gli interpreti alla fine dello spettacolo. |