Con un video messaggio del premio Nobel Dario Fo si è aperta
la tavola rotonda sulla candidatura dell'Opera lirica italiana come bene
immateriale dell'umanità presso l'Unesco. L'incontro-dibattito, che si
è svolto nel centro multimediale “Mario Cacace” di Anacapri è il primo evento
promosso dall'Anacapri Belcanto Fest. Un festival voluto dal comune dell'isola
che si pone anche come osservatorio sul mondo del teatro lirico ospitando
convegni, work-shop e flash-mob oltre che proponendo eventi legati alla lirica.
“La musica ha bisogno della lingua italiana per potersi esprimere”
afferma Dario Fo in un passaggio del suo videomessaggio “mi domando come mai
fino ad oggi non abbia avuto un riconoscimento degno, chiedo all'Unesco,
conclude Fo, cosa aspetti a darci il riconoscimento che ci compete”.
L'iter che porta all'ottenimento della candidatura è stato attivato nel 2011
dall'associazione Cantori Professionisti d'Italia (CPI) in collaborazione con il
Ministero dei Beni culturali italiano. Presenti in conferenza oltre al Prof.
Paolo Teodori, musicologo che segue in prima linea la procedura
per il riconoscimento, alcuni membri del CPI. Tra di loro il soprano
Marcella Orsatti, il mezzosoprano Alessandra Palomba
ed il baritono Enrico Marrucci. Presente anche l'assessore al
turismo e cultura del Comune di Anacapri, Massimo Coppola che
ha sottolineato come il Comune dell'isola, da sempre sensibile ad ogni forma di
arte e cultura, abbia voluto ospitare questa iniziativa.
Nella primavera
dello scorso anno è stata presentata presso il MIBACT la candidatura dell'opera
lirica italiana, affinché sia accolta nella lista rappresentativa dei beni
intangibili della cultura dell'uomo.
Recentemente il documento è stato
completato attraverso l'inserimento della catalogazione preparata
dall'associazione EOLO (etnolaboratorio per il patrimonio immateriale). Per
quanto concerne le tempistiche, spiegano i relatori, “presentata la
documentazione, si deve aspettare il proprio turno, dal momento che altre
richieste sono state avanzate e che il Ministero può presentare all'Unesco solo
una candidatura all'anno”.
“Intanto bisogna battersi tutti insieme
-sottolinea Enrico Marrucci - per rafforzare la presenza nel nostro
paese dell'opera lirica italiana e dei valori che essa rappresenta al fine di
scongiurare la dissipazione di un bene tra i più alti che la nostra storia abbia
mai prodotto”.
Sono orgogliosi i cantori professionisti d'Italia che
la candidatura nasca da un'associazione di cantanti italiani perché l'Opera è
nata in Italia ed è doveroso difenderne e diffonderne l'importanza. Ottenere il
riconoscimento Unesco vuol dire assumersi una responsabilità.
"E'
certo triste pensare che nel nostro paese ci sia bisogno di un riconoscimento
per essere tutelati - la considerazione di Marcella Orsatti
- ma intanto stiamo assistendo alla chiusura di Teatri che
comportano da un lato la perdita di posti di lavoro, dall'altro la perdita di un
bene che appartiene alla nostra cultura”.
“L'Opera lirica sta
conquistando mercati lontani come Cina e Emirabi Arabi e ora - afferma il
Professor Paolo Teodori - è maggiore il pericolo di perdere
l'identità nazionale”.
“Quello che manca è l'educazione
all'ascolto, per vedere un'opera lirica in televisione bisogna aspettare l'una
di notte” le parole di Alessandra Palomba. E se a
tutt'oggi l'opera lirica, nata nel 600, ancora viene rappresentata è perché
emoziona.
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lirica italiana come bene immateriale dell'umanità presso l'Unesco
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