Furto nel Conservatorio “Arrigo Boito” di Parma: lunedì 5 gennaio, chi ha
riaperto l'istituto dopo alcuni giorni di chiusura, si è reso conto che
nell'Aula Alvini mancavano due strumenti musicali: un prezioso clavicordo della
prima metà del diciottesimo secolo e una viola da gamba costruita in epoca
moderna, copia di strumento antico.
Di valore storico era soprattutto il clavicordo settecentesco, parte
della Collezione “Laura Alvini”, raccolta di antichi strumenti a tastiera che
furono di proprietà della nota pianista e clavicembalista milanese scomparsa nel
gennaio 2005. Per volontà degli eredi, gli strumenti che Laura Alvini aveva
raccolto, suonato e curato, erano stati concessi in comodato d'uso al
Conservatorio “Arrigo Boito” nel 2007, allo scopo di farli continuare a vivere,
rendendoli disponibili per le attività didattiche del Conservatorio e per
particolari manifestazioni concertistiche e registrazioni discografiche.
Il furto è stato messo in atto tra la notte del 31 dicembre e il 4 gennaio,
giorni durante i quali il Conservatorio di Parma è rimasto chiuso per le
festività, ed è stato scoperto nella mattina di lunedì 5 gennaio. I ladri, dopo
aver rotto il vetro di un'altra aula del conservatorio (l'aula 25), si sono
introdotti nell'Aula Alvini attraverso il lucernario del bagno attiguo, che è
stato trovato aperto e con il vetro rotto. Da quanto si è potuto constatare
sinora, l'allarme è stato manomesso.
«I carabinieri sono già venuti per fare i dovuti rilievi – dichiara
il direttore del Conservatorio “Arrigo Boito”, Roberto Cappello
– il loro tempestivo arrivo ci garantisce che potranno agire in modo
efficace per smascherare i responsabili. Vogliamo dare massima diffusione a
quanto accaduto per scoraggiare eventuali fenomeni di ricettazione dello
strumento rubato». «Si trattava di un clavicordo anonimo della prima
metà del Settecento, intatto, funzionante e già restaurato. - aggiunge
Roberto Gini, curatore e responsabile scientifico-artistico
della Collezione Alvini. – La viola da gamba era invece uno strumento
moderno, costruito dalla liutaia Daniela Chiaramonti».
Gli altri strumenti della collezione presenti nell'aula intitolata a Laura
Alvini non sono stati toccati forse perché, essendo più ingombranti e pesanti,
erano meno facili da trasportare.
|