In breve: Oggi Liricamente intervista il mezzosoprano Annalisa Stroppa. Fin da piccola ha coltivato la passione per il canto e l'opera lirica. Oggi quella passione è diventata anche la sua professione, poichè Annalisa sta facendo una carriera importante, ad alti livelli nei principali teatri europei. Ha già cantato a fianco di grandi nomi della lirica, uno fra tutti Placido Domingo. Intraprendente, solare e umile, ci ha raccontato con molta semplicità le gioie e le difficoltà di una giovane professionista del canto lirico.
Oggi Liricamente intervista il mezzosoprano Annalisa Stroppa. Fin da piccola
ha coltivato la passione per il canto e l'opera lirica. Oggi quella passione è
diventata anche la sua professione, poichè Annalisa sta facendo una carriera
importante, ad alti livelli nei principali teatri europei. Ha già cantato a
fianco di grandi nomi della lirica, uno fra tutti Placido Domingo.
Intraprendente, solare e umile, ci ha raccontato con molta semplicità le gioie e
le difficoltà di una giovane professionista del canto lirico.
1) Annalisa raccontaci qual è stato il tuo percorso di studi e
com'è nato il tuo percorso di studi. Ho iniziato a 12 anni.
Sono stata ammessa al conservatorio di Brescia, la mia città, nella classe di
pianoforte. Io però non volevo essere pianista, volevo fare la cantante. Il
pianoforte mi sarebbe servito come studio musicale, in attesa dello sviluppo
completo della voce. Nel frattempo mi sono diplomata al liceo
socio-piscopedagico e a 19 anni sono stata ammessa al corso di canto. Ho
continuato anche gli studi universitari laureandomi alla facoltà di Scienze
dell'Educazione all'Università degli Studi di Bergamo. Mi sono diplomata con
il massimo dei voti, lode e menzione d'onore in canto al conservatorio
"Marenzio" di Brescia. Successivamente ho partecipato a diversi concorsi di
canto lirico e ho frequentato varie a masterclass di specializzazione.
Ho iniziato poi con le prime audizioni in vari teatri e passo dopo passo...
ecomi qui!
2) Io so che i tuoi nonni ti hanno avviato alla lirica...
Si, si è vero! Poichè i miei genitori lavoravano tutto il giorno fuori casa, io
trascorrevo i miei pomeriggi dopo la scuola a casa dei nonni e mi sono
avvicinata alla lirica proprio grazie a loro. Avevano molte musicassette (non
c'erano .mp3 o cd....) di Pavarotti, Domingo, Carreras e Del Monaco... tutti
tenori! Proprio grazie a questi ascolti ho imparato molte arie d'opera e mi
cimentavo a imitare questi tenori... così ho scoperto di avere una voce
speciale. Ricordo che quando avevo otto o nove anni, alle festicciole in
famiglia cantavo "Nessun dorma", "O sole mio"... senza alcuna vergogna :-)!
Ti immagini se ci fosse stata la trasmissione della Clerici, che
successo che avresti avuto? Allora c'era Bravo bravissimo di
Mike Buongiorno! Comunque nella mia famiglia non ci sono musicisti e questa
passione è nata proprio attraverso l'ascolto delle cassette dei miei nonni.
Poi ci siamo informati e ci hanno consigliato di aspettare a studiare canto,
ma nel frattempo di studiare musica, quindi ho iniziato il percorso di
pianoforte.
3) Quando hai iniziato a cantare? Ho mosso i
primi passi nel mondo del canto lirico già durante gli ultimi anni del
Conservatorio attraverso i concorsi nazionali prima del diploma e internazionali
subito dopo. Partecipavo ai concorsi per misurare le mie potenzialità e vedere
se veramente quella del canto poteva essere la mia strada e avrei potuto
intraprendere questa carriera, perché sappiamo, che soprattutto al giorno
d'oggi, è parecchio difficile. Inoltre in occasione dei concorsi ho avuto la
possibilità di farmi ascoltare da grandi cantanti e da direttori artistici che
spesso costituivano le giurie. Vedendo che i primi concorsi andavano bene e
ottenevo sempre dei buoni risultati, ottenevo quelle conferme che cercavo e che
mi davano l'imput per crederci davvero e proseguire in questa strada. Ho
iniziato a cantare recital da camera, poi piccoli ruoli d'opera e via
via...ruoli sempre più importanti in contesti sempre più grandi. I primi ruoli
da protagonista sono stati Carmen in Tragedy de Carmen a Perugia per il teatro
sperimentale di Spoleto e successivamente Carmen al Teatro di Trento, poi ho
interpretato il ruolo di Cherubino ne I due Figaro a Salisburgo e questo si può
dire sia stato il vero e proprio debutto importante con il maestro Muti sul
podio, opera che è stata ripresa anche anche a Ravenna, Madrid, Buenos Aires. Da
quel momento sono nate altre grandi opportunità di debuttare tanti altri ruoli,
Rosina all'Opera di Roma, Cherubino a Cagliari, Piacenza , Modena, Losanna,
Barbiere a Berlino, Losanna, Barcellona,Tel Aviv; Dorabella a Sassari, Dorina ne
Il marito disperato alTeatro San Carlo di Napoli, Carmen a Limoges, Fenena a
Palermo e al Maggio Musicale, Il debutto negli States con la Dallas Symphony
orchestra ne Les Nuits d'eté di Berlioz e da li a seguire la Norma al Teatro
Massimo di Palermo e a Barcellona etc..etc…Sono stata molto fortunata, ho avuto
tante bellissime occasioni!
4) Come sta andando la tua carriera attualmente?
Riguardo alla carriera attualmente sono molto soddisfatta perché sto facendo un
bel percorso e cantando ruoli attinenti alla mia vocalità. Ho appena terminato
la produzione di Cavalleria Rusticana al Festival di Salisburgo nel ruolo di
Lola e Verona al Teatro Filarmonico per interpretare Rosina ne “Il Barbiere di
Siviglia”. Sono molto soddisfatta e spero di poter proseguire così.
5) Quando ti sei sentita "pronta" di iniziare a cantare?
Già durante gli ultimi anni del conservatorio sentivo dentro di me una gran
voglia di esibirmi, una brama di salire sul palco e potermi esprimere. Era
l'entusiasmo misto all'incoscienza che mi davano la spinta e mi facevano sentire
“pronta”, forse è stato meglio così perché se avessi aspettato il momento in cui
mi fossi sentita perfetta forse non sarebbe mai arrivato, perché in realtà non
ci si sente mai completamente pronti, c'è sempre qualcosa che pensiamo debba
migliorare. Io sono molto autocritica con me stessa per cui penso che nel mio
caso un po' di sana incoscienza non abbia fatto male!
6)
Quali sono le difficoltà maggiori che riscontri in questa professione?
Le difficoltà principali sono la lontananza dalla propria casa e dai propri
affetti e conseguentemente l'impossibilità di curare personalmente i propri
rapporti familiari, sentimentali e di amicizia. Ma sono convinta di una cosa:
chi ti ama ti capisce e la sua presenza si avverta anche da lontano annullando
ogni distanza; in questo sono molto fortunata, ho una famiglia meravigliosa che
sin da quando ho iniziato questo percorso non mi ha mai fatto mancare affetto e
sostegno.
7) Per contro, cosa ami di questo lavoro?
Essere sul palco è già una soddisfazione enorme e realizzante, l'applauso del
pubblico ti ripaga di ogni fatica perché sai che sei riuscita a trasmetter tutte
le tue emozioni. Il pubblico è il nostro giudice e il carburante!
8) Si lavora meglio in Italia o all'estero?
Per quanto mi riguarda posso dire di essermi sempre trovata molto bene sia in
Italia che all'estero. Non ho riscontrato particolari differenze perché secondo
me non è tanto importante il luogo dove lavori quanto le persone con cui lavori.
Fin'ora ho sempre incontrato bravi colleghi, direttori, registi, staff di ogni
teatro, con i quali ho potuto creare un'ottimo rapporto per collaborare al
meglio alla realizzazione di ogni spettacolo.
9) Cosa
consigli agli altri giovani che pensano di intraprendere questa professione?
Il mio consiglio èquello di crederci fortemente e non lasciarsi mai abbattere
perché prima o poi arriva l'occasione giusta che ti porta ad iniziare la
carriera.
10) Quanto tempo dedichi allo studio?
In generale dedico molto tempo allo studio. Questo non significa cantare in voce
per ore ma anche pensare, riflettere, approfondire la conoscenza di uno
spartito,leggere il libretto, la novella a cui si ispira, documentarsi sull'idea
che il compositore aveva quando ha scritto l'opera, il contesto storico, cercare
insomma la maggior parte di informazioni possibili per addentrarsi nel
personaggio in modo da poterlo interpretare in maniera più scrupolosa e
personale possibile. Riguardo le ore di studio vocale, noi siamo atleti e
come tutti i muscoli anche le corde vocali vanno allenate, per cui cerco di fare
vocalizzi ogni giorno. Quando preparo un ruolo o lo riprendo dopo tanto
tempo come si dice il ruolo va “ messo in gola” con precisione, nota per nota in
ogni passaggio per trovare la modalità più confortevole per affrontare ogni
passaggio. Non saprei quantificare esattamente, dipende… Sappiamo però
che la voce ha anche bisogno di riposo e dopo periodi di grande lavoro vocale è
importantissimo anche il riposo e il silenzio. I grandi interpreti del
passato attendevano mesi prima di passare da un ruolo all'altro e questo era
molto buono per la voce…Bisognerebbe fare tesoro di questi esempi anche se al
giorno d'oggi i ritmi di lavoro spesso purtroppo non lo permettono. Insomma
bisogna prendersi cura dell propria voce……..
11) Quanto stai imparando facendo la professione "sul campo"?
Certo, l'esperienza sul campo è sempre la strada migliore per migliorarsi di
volta in volta e per trovare sempre accorgimenti nuovi. Il palcoscenico è una
vera e propria palestra. E' bellissimo vedere come all'interno di una produzione
il ruolo maturi ed evolva dalla prima prova sino all'ultima; il personaggio che
interpreti cresce dentro di te ogni giorno, sia dal punto di vista vocale che
interpretativo, e diventa sempre più tuo. Questo è possibile anche grazie al
lavoro dei direttori d'orchestra e dei registi che incontri di volta in volta.
Tornando ai problemi tecnici, sai, non si smette mai i di cercare, è una ricerca
continua che si fa su sé stessi. E' così personale e speciale la voce, fa parte
integrante di ciascuno di noi e, come sappiamo, non cantiamo solo con le corde
vocali ma con tutto il corpo, con la testa e con il cuore! Il nostro corpo con
il tempo cambia, si evolve e così anche la nostra voce. Ecco perché non si
finisce mai di scoprire e di stupirsi! E' un lavoro quotidiano. Inoltre la regia
può essere molto d'aiuto per risolvere alcuni problemi in scena, noi siamo
attori, siamo interpreti e un buon allestimento scenico e registico possono
essere di supporto per agevolare e permettere un canto migliore.
12) Hai mai pensato di voler cambiare lavoro? Sinceramente
no perché è il lavoro che ho sempre sognato di fare sin da piccola; certo a
volte capita di attraversare qualche momento difficile e di sconforto che ti
portano a chiederti se ne vale veramente la pena ma la risposta è sempre “si”!
Ne ho la conferma ogni volta che sono sul palco. Altrimenti non avrebbero senso
tutti i sacrifici fatti finora! Che gioia poter calcare il palcoscenico e
cantare in teatro! Cantare mi piace immensamente e, nonostante le difficoltà mi ritengo
molto fortunata di aver potuto fare della mia passione il mio meraviglioso
lavoro!
13) Dove dobbiamo venire ad ascoltarti nel prossimo
futuro? Subito dopo il Barbiere di Verona sarò Hansel in Hansel
und Gretel al Teatro Regio di Torino, successivamente Emilia nell'Otello di
Rossini al Teatro alla Scala di Milano, Suzuky in Madama Butterfly all'Opéra
National di Parigi, Ascanio in Benvenuto Cellini al Liceu di Barcellona,
Barbiere di Siviglia al Abao di Bilbao.…
14) Qual è un tuo
difetto? Sono testarda!
15) Qual è un tuo pregio? Trovare sempre ciò che
di bello e positivo c'è in ogni persona che incontro!
Confermo questo pregio che hai detto e direi anche il tuo
sorriso, perchè... è contagioso! Grazie mille e l'augurio di ogni bene!
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