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Recensione Recital di Olga Peretyatko al Rossini Opera Festival

William Fratti, 09/09/2015

In breve:
Pesaro - Recensione del Recital del soprano Olga Peretyatko al Rossini Opera Festival il 19 agosto 2015


La cantante sanpietroburghese, naturalizzata pesarese, è indiscutibilmente una dei migliori soprano dell'attuale panorama lirico internazionale, particolarmente per il repertorio rossiniano e del belcanto italiano, pertanto la sua performance al recital del ROF deve essere valutata col giusto peso dell'eccellente interprete, andando a scandagliare ogni minimo particolare.

L'aria di apertura del concerto è la cavatina di Ljudmila dall'opera di Michail Glinka composta nel 1842 sul poema Ruslan e Ludmilla di Pushkin, si tratta di belcanto russo, canto particolarmente favorevole alla Sig.ra Peretyatko che si presenta limpida e cristallina al folto pubblico intervenuto all'Auditorium Pedrotti.

Positiva è anche la resa dei pezzi successivi, composti da Rimsky-Korsakov, anche se si rilevano un paio di note calanti nell'Inno al sole della Regina Schemakhan, nonché qualche acuto non del tutto pulito nella romanza orientale, oltre ad una leggerissima nasalizzazione nella coda.

La seconda parte del recital si apre con Sergej Rachmaninov, dove la celebre soprano è sinceramente angelica, delicatissima e raffinatissima.

Finalmente arriva il tanto atteso e sospirato Rossini con “All'ombra amena del Giglio d'or”di Corinna da Il viaggio a Reims e “Bel raggio lusinghier” da Semiramide, dove il suono non è perfettamente in punta, gli acuti non sono tutti nitidissimi – il la e il si talvolta sono velati – e le note gravi sono leggermente snaturate. Ovviamente, come già sottolineato prima, qui si sta discutendo dei limiti alla perfezione, che come tali vanno presi e pesati. Inesattezze presumibilmente derivanti dal precedente canto russo, la cui posizione, per la naturale pronuncia della lingua, è diversa da Rossini, anche se Peretyatko ha intelligentemente cercato un giusto compromesso con le vocali slave intonandole in una maniera un poco più italiana.

Il recupero totale della bellezza vocale e della bravura del soprano avviene con i bis, a partire da “Una voce poco fa” nella tonalità di fa maggiore: con le sue capacità potrebbe davvero lasciare un segno nella storia della lirica, essere sempre un numero uno, ma deve fare molta attenzione al repertorio che sceglie, che rischia di spostarle le posizioni e di renderla una cantante brava, ma brava come tante, mentre ha la possibilità e il materiale per primeggiare. Sono in molti i grandi interpreti a commettere questi errori, snaturando la propria voce prima che questa si modifichi seguendo una regolare maturazione; la speranza per Peretyatko è che non compia questo terribile passo falso.

I numerosi spettatori la salutano con meritatissime ovazioni da stadio e mazzi di fiori e lei, instancabile, ringrazia con diversi bis sapientemente interpretati.

Eccellente l'accompagnamento al pianoforte del bravissimo Giulio Zappa.

 
 
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