La cantante sanpietroburghese, naturalizzata pesarese, è indiscutibilmente
una dei migliori soprano dell'attuale panorama lirico internazionale,
particolarmente per il repertorio rossiniano e del belcanto italiano, pertanto
la sua performance al recital del ROF deve essere valutata col giusto peso
dell'eccellente interprete, andando a scandagliare ogni minimo particolare.
L'aria di apertura del concerto è la cavatina di Ljudmila dall'opera
di Michail Glinka composta nel 1842 sul poema Ruslan
e Ludmilla di Pushkin, si tratta di belcanto
russo, canto particolarmente favorevole alla Sig.ra Peretyatko che si presenta
limpida e cristallina al folto pubblico intervenuto all'Auditorium Pedrotti.
Positiva è anche la resa dei pezzi successivi, composti da
Rimsky-Korsakov, anche se si rilevano un paio di note calanti nell'Inno
al sole della Regina Schemakhan, nonché qualche acuto non
del tutto pulito nella romanza orientale, oltre ad una leggerissima
nasalizzazione nella coda.
La seconda parte del recital si apre con Sergej Rachmaninov,
dove la celebre soprano è sinceramente angelica, delicatissima e raffinatissima.
Finalmente arriva il tanto atteso e sospirato Rossini con “All'ombra
amena del Giglio d'or”di Corinna da Il viaggio a Reims
e “Bel raggio lusinghier” da Semiramide, dove il suono
non è perfettamente in punta, gli acuti non sono tutti nitidissimi – il la e il
si talvolta sono velati – e le note gravi sono leggermente snaturate.
Ovviamente, come già sottolineato prima, qui si sta discutendo dei limiti alla
perfezione, che come tali vanno presi e pesati. Inesattezze presumibilmente
derivanti dal precedente canto russo, la cui posizione, per la naturale
pronuncia della lingua, è diversa da Rossini, anche se
Peretyatko ha intelligentemente cercato un giusto compromesso con le
vocali slave intonandole in una maniera un poco più italiana.
Il recupero totale della bellezza vocale e della bravura del soprano avviene
con i bis, a partire da “Una voce poco fa” nella tonalità di fa
maggiore: con le sue capacità potrebbe davvero lasciare un segno nella storia
della lirica, essere sempre un numero uno, ma deve fare molta attenzione al
repertorio che sceglie, che rischia di spostarle le posizioni e di renderla una
cantante brava, ma brava come tante, mentre ha la possibilità e il materiale per
primeggiare. Sono in molti i grandi interpreti a commettere questi errori,
snaturando la propria voce prima che questa si modifichi seguendo una regolare
maturazione; la speranza per Peretyatko è che non compia questo terribile passo
falso.
I numerosi spettatori la salutano con meritatissime ovazioni da stadio e
mazzi di fiori e lei, instancabile, ringrazia con diversi bis sapientemente
interpretati.
Eccellente l'accompagnamento al pianoforte del bravissimo Giulio
Zappa.
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