È il Leo nazionale ad essere il protagonista della
Stagione Lirica 2015-2016 del Teatro Municipale di Piacenza:
dopo l'inaugurazione con L'Amico Fritz nell'ambito del consueto
progetto Opera Laboratorio, il celebre baritono posa gli abiti
di docente e regista per vestire il costume di uno dei suoi personaggi più cari
in due serate sold-out.
Leo Nucci è da considerarsi ancora un Nabucco
di riferimento. Gli anni passano e tra breve raggiungerà il traguardo di
cinquant'anni di carriera, pertanto non è certamente possibile pretendere la
freschezza vocale, la fermezza e l'appoggio di un tempo, ma il fraseggio, l'uso
dei colori e l'interpretazione sono invidiabili.
Lo affianca la brava Abigaille di Anna Pirozzi, che
si impone per la qualità della natura della sua voce, ma come già sottolineato
altre volte, continua a commettere errori tecnici che non dovrebbe. Il timbro,
l'estensione, l'uso dei fiati, la capacità di fraseggiare sono di primissimo
livello e potrebbe seriamene collocarsi tra le migliori cantanti del mondo se
aggiustasse un poco l'appoggio - poiché certe note non sono perfettamente
intonate - e le agilità - poiché talune riescono ben sgranate, altre un poco
pasticciate nonostante si facciano rallentare i tempi.
Zaccaria è Mattia Denti, basso lirico che possiede
tutte le note e tutte le competenze tecniche necessarie per risolvere
correttamente le insidie del difficile ruolo, ma l'interpretazione è poco
autorevole e manca di mordente, oltre a colori e accenti che sono poco presenti.
Elisa Barbero è una Fenena che parte abbastanza in
sordina in primo atto, ma si fa sentire sempre di più col procedere della
vicenda. Nell'aria di quarto atto mostra una bella morbidezza, pur con fiati un
po' corti.
Leonardo Gramegna ha un bel timbro vocale, ma l'intonazione
è troppo precaria. Anna è Alice Molinari, la cui
presenza in primo e secondo atto non si afferra.
Roberto Carli è un Abdallo opportuno e
Paolo Battaglia è un buon Sacerdote di Belo.
Buona la prova del Coro del Teatro Comunale di Modena e del Teatro Municipale
di Piacenza preparati da Stefano Colò.
L'Orchestra dell'Opera Italiana, nata in parte dalle ceneri
dell'Orchestra del Teatro Regio di Parma, fa il suo debutto sul
palcoscenico piacentino, ma la pulizia del suono non è delle più eccellenti,
complice anche la direzione piatta e soporifera di Aldo Sisillo, molto povera di
accenti e sfumature, nonché avara di colori e fraseggi.
Gran parte della noia deriva anche dallo spettacolo di Stefano Monti,
che si produce in una regia abbastanza presente nel coro, ma pressoché assente
nei solisti, con un allestimento scenico molto banale, pur essendo stato autore
di un grandioso Nabucco a Busseto in occasione del Centenario Verdiano del 2001.
Ma grazie a Leo Nucci e Anna Pirozzi la serata è un vero e
meritato successo e il Teatro Municipale di Piacenza conferma
che sta cercando di tornare agli antichi splendori.
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