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Recensione dell'opera lirica Il Trovatore di Giuseppe Verdi - Arena di Verona 2019

Maria Cristina Chiaffoni, 15/07/2019

In breve:
Verona, il 7 luglio 2019 - Recensione dell'Opera Lirica Il Trovatore di Giuseppe Verdi in scena all'Arena di Verona.


Un trovatore stellare

Non mi capitava da anni di restare folgorata a bocca aperta e con brividi in tutto il corpo ascoltando una romanza, ed è quello che mi è successo ieri, domenica 7 luglio, in un' Arena di Verona gremita di un pubblico entusiasta e con urli da stadio che non si sentivano dai tempi delle divine Callas e Tebaldi.

Chi mi ha suscitato forti emozioni si chiama ANNA NETREBKO, soprano cult del momento, a piena ragione. La romanza, eseguita come una lectio magistralis di altissima arte vocale (ma direi che tutta l'opera è pervasa da alta classe), è la delicatissima e difficile "D'amor sull'ali rosee" del Trovatore di Giuseppe Verdi in scena al mitico Anfiteatro veronese per l'Opera Festival 2019.

In una serata con cielo fosco, preceduta da un acquazzone violento che non lasciava presagire nulla di buono, la recita è iniziata quasi mezz'ora dopo per rendere il palcoscenico agibile e sicuro.

Il maestro PIER GIORGIO MORANDI dirige con mano sicura e ferma, con un fuoco inframezzato di momenti perlacei ed angelici e un sapiente uso di fraseggio e colori della tavolozza musicale l'ottima Orchestra dell'Arena di Verona, che ho trovato ancora migliore dell'anno scorso. E' addirittura capace di suonare pianissimi quasi impercettibili o di affrontare fulminei affrettando senza alcuna sbavatura di sorta.

Un elegante e musicalissimo RICCARDO FASSI interpreta Ferrando, con splendida presenza scenica e voce brunita e molto bella.

Gli risponde il CORO DELL'ARENA DI VERONA che trovo eccezionale. Lo avevo già amato l'anno scorso, ma quest'anno supera se stesso: ottime voci, amalgama e coesione uniche, complimenti al M.VITO LOMBARDO per averlo saputo rendere eccelso. Sono stata anch'io artista del coro areniana per 12 meravigliosi anni (che nostalgia!!) e so bene che un coro diventa eccelso solo se sorretto e guidato da un ottimo maestro. Sembrerebbe ovvio, ma non lo è.

Ed ora lei, la dea Anna, come le e' stato gridato dalle gradinate. E' una figura molto bella: ogni gesto, ogni sillaba, ogni nota hanno un senso, un loro colore e già dalle prime note affascina e lega a sé ogni cuore. In questa voce ricca, corposa, tornita,dai gravi quasi contraltili fino agli acuti siderali, vibra una grande anima ed il pubblico lo avverte. Aggiungo finalmente una diva che si merita di essere definita tale.

Accanto a lei ELISABETTA ZIZZO Ines dalla voce di perla, da me ammirata come Lauretta nello Schicchi a Torre del Lago, che ben regge la vicinanza con la divina.

LUCA SALSI, baritono che amo molto per il canto elegante, ha un'ottima tenuta del fiato e una voce omogenea e maschia. E' in ottima serata e il suo "Balen..." galvanizza il vivace pubblico areniano. Io apprezzo molto certe dolcezze insolite nel Conte di Luna, segno che l' interprete ha scavato dentro il personaggio e non lo rende banale e tronituante.

Il protagonista maschile, il Manrico di YUSIF EYVAZOV ha una figura splendida, dona profonda umanità al suo personaggio e ha una voce potente. Lo confesso, il timbro dapprima non mi entusiasma, ma amo molto la sua musicalità e la baldanza negli acuti, l'ottima tenuta del fiato e la valenza scenica. E' un artista ottimo e brilla da solo senza badare ai vari rumors che non cito perchè non amo indulgere in queste amenità.

Personalmente, a differenza del pubblico, non ho apprezzato troppo l'Azucena di DOLORA ZAJICK che, in alcuni tratti, a confronto con la NETREBKO sembra un soprano leggero. Tiene il personaggio, ma non fa fremere nervi e pancia come deve fare chi interpreta la zingara, non graffia e non avvince. L'interprete è standard, svettano certamente gli acuti, ma a me non lascia molto.

Un tenore che secondo me meriterebbe parti più da protagonista è il Ruiz di CARLO BOSI voce stupenda che risuona in tutta l'Arena.

Ottimi sono anche il Vecchio zingaro di DARIO GIORGELE' ed il messo di ANTONELLO CERON, due ottime garanzie come comprimari e degni di ruoli più incisivi.

Il CORPO DI BALLO DELL'ARENA, sotto la guida del grande GAETANO PETROSINO, è semplicemente meraviglioso nei suoi movimenti fluidi e compatti per la coreografia di EL CAMBORIO ripresa da LUCIA REAL.

La regia e le scene sono nel mit . La firma è purtroppo ormai nell'Olimpo e parlo di FRANCO ZEFFIRELLI. Un sogno medioevale reso stupendo dai costumi di RAIMONDA GAETANI .

Insomma, esco dal mio amato anfiteatro e sono conscia di aver vissuto una serata mitica che mi fa ben sperare nel futuro della nostra amata arte lirica .

Un encomio va alla Fondazione Arena di Verona che ha creato e realizzato questa magia.

 
 
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