Un altro ottimo colpo della Direzione Artistica nella persona del M.
Fortunato Ortombina (che del Gran Teatro La Fenice è anche
Sovrintendente) è andato davvero a segno: questa è la prima impressione alla
fine del Trovatore messo in scena a Venezia con vivo successo
in ogni recita. Noi abbiamo assistito all'ultima recita del 23 settembre e la
nota dominante è stata la bellezza delle voci ascoltate e la forza luminosa
della direzione del maestro Francesco Ivan Ciampa.
In scena abbiamo visto protagonisti straordinari, in età scenica giusta e con
adeguato phisique du role tre certezze assolute e non più promesse del
panorama lirico italiano e internazionale a cominciare dal tite-role
Antonio Poli, tenore che merita molto più rilievo, dalla voce
magnifica, scolpita nell'acciaio e nel sole, di un colore pastoso e bronzeo, con
acuti sicuri e fulminei, un fraseggio studiato nei minimi particolari ed una
presenza scenica efficace ed incisiva. Il suo languido e tenerissimo “Ah si
ben mio nell'essere” è stato da manuale e ha riscosso molti applausi. In
realtà, tutta la temibile parte di Manrico è stata fronteggiata
dall'artista con ottima resa.
Ha brillato anche il suo fratello-antagonista, il Conte di Luna del
fantastico Mattia Olivieri, che ha felicemente debuttato nel
repertorio verdiano dopo tanti ruoli mirabili mozartiani e belcantistici
(memorabile il suo Malatesta del Don Pasquale alla
Scala diretto da Muti). Dotato di voce bronzea, uniforme in ogni registro, dalle
meraviglie tecniche colte in ogni inciso, tecnica ineccepibile e musicalità
senza pari, ha reso un Conte elegante, nobile, umanissimo ed
innamorato, aiutato anche da una bella presenza scenica che gli ha permesso
anche movimenti fluidi ed atletici.
Dolcissima, quasi fragile, ma d'acciaio nel momento dell'azione è la
Leonora di Chiara Isotton, soprano dalla voce rigogliosa,
screziata e copiosa nel registro medio grave quasi da mezzosoprano e perlacea
negli acuti. La cantante veneta, grazie anche ad una bella elegante figura e a
un viso angelico e luminoso, ha tratteggiato un personaggio vivo e importante,
sorretta anche da una sapiente musicalità e tecnica.
La vera protagonista di Trovatore, figura tragica e
terribile è la zingara Azucena. Il mezzosoprano Carmen Topciu,
seppur con voce bella ed importante, non ha convinto molto nel definire il
tratto luciferino della gitana. Bella, molto fascinosa, resa quasi simile a
Grace Kelly dalla regia, non rendeva in pieno l'angoscia, le allucinazioni,
l'intima cattiveria (una donna, già madre, capace di bruciare un piccino tanto
buona non è…) e anche il carattere libero e protervo proprio di una zingara né
con l'interpretazione musicale, né con lo scavo del personaggio.
Importante sono state la vocalità e la resa del personaggio di Ferrando
del basso Simon Lim, voce davvero di rilievo e molto ben
condotta che sarà un vero piacere ascoltare nel Mefistofele che andrà
in scena in ottobre a Modena ed in seguito a Piacenza.
E' stata buona anche la scelta delle parti di fianco: la musicale e deliziosa
Ines di Luisa Raicevich, il nobile Ruiz di
Dionigi D'Ostuni, i musicalissimi ed incisivi Vecchio
zingaro di Antonio Casagrande ed il Messo di
Eugenio Masino, tutti artisti del Coro del Gran teatro
La Fenice, compagine di professionisti di altissimo livello guidata dal
M. Alfonso Caiani, che si è fatta apprezzare nelle belle pagine
a lei dedicate dal genio verdiano, dando un ottimo contributo alla produzione,
vocale e scenico.
La direzione bruciante, intensa, ben dosata in ogni colore e frase musicale
dell'opera del M. Francesco Ivan Ciampa, anche lui una fulgida certezza del
panorama musicale internazionale, è stata il diamante di questa corona di
esecuzione della famosa opera verdiana. E' stato assecondato da un'Orchestra
del Gran Teatro La Fenice dal suono corposo, unico ed inconfondibile,
che ha trovato un momento di commozione nel salutare un suo Professore
d'orchestra clarinettista che va in pensione e che al sommo teatro veneziano d
alla musica ha donato una vita di passione, studio e sacrificio, come ogni
musicista e cantante solista, ogni artista del coro, ballerino e professore
d'orchestra sa perfettamente.
La regia di Lorenzo Mariani è funzionale e un po' astrusa,
con tavoli e sgabelli che definiscono lo spazio scenico (scene e costumi
essenziali e comunque eleganti di William Orlandi), ma che
sbalza e definisce in tal modo la figura di ogni artista che viene fuori in
pieno senza ulteriori fronzoli. Inutili ed eccessivi sono risultati i candelabri
che vengono portati fuori dagli artisti.
Importanti e suggestive sono apparse le luci di Fabio
Barettin e le videoproiezioni sullo sfondo a firma
Mattia Diomedi. Un pubblico numeroso ed entusiasta ha salutato con
applausi calorosi ed intensi questo bello spettacolo che ha colpito e commosso.
LA LOCANDINA
Il trovatore
Orchestra e Coro del Teatro La
Fenice
direttore Francesco Ivan Ciampa
maestro del Coro Alfonso
Caiani
regia Lorenzo Mariani
scene e costumi William Orlandi
light designer Fabio Barettin
video designer Mattia Diomedi
PERSONAGGI ED INTERPRETI
Il conte di Luna Mattia Olivieri
Leonora
Chiara Isotton
Azucena Carmen Topciu
Manrico Antonio Poli
Ferrando Simon Lim
Ines: Lucia Raicevich Ruiz : Dionigi D'Ostuni Un
vecchio zingaro : Antonio Casagrande Un messo : Eugenio Masino Foto:
Michele Crosera
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