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Recensione opera lirica La Gioconda di Amilcare Ponchielli in scena al Teatro Filarmonico di Verona

Miriam Chiaffoni, 10/11/2022

In breve:
Verona, il 23 ottobre 2022 - Recensione dell'opera lirica La Gioconda di Amilcare Ponchielli in scena al Teatro Filarmonico di Verona.


Un pomeriggio assolato e caldo nella bella Verona, insolito per il periodo, fa da cornice naturale all'elegante e raffinata produzione messa in scena dalla Fondazione Arena di Verona per l'inaugurazione della Stagione autunno/inverno al fulgido teatro Filarmonico, satellite al chiuso a quel sogno di pietra che si chiama Arena.

Il titolo è da far tremare i polsi perché si tratta del capolavoro di Amilcare Ponchielli, “La Gioconda”, mitico per Verona ed evocatore di ricordi dell'indimenticata Maria Callas che debuttò nella parte della cantatrice errante nel lontano 1947 proprio nell'anfiteatro veronese.

Recensione opera lirica La Gioconda di Ponchielli a Verona

Meraviglia per gli occhi, di grande scuola e purezza di linee, è la messinscena a cura di Filippo Tonon, giovane e talentuoso regista attivo in Fondazione, architetto, cantante lirico ed assistente di Hugo de Ana. Il suo background di studi ed esperienze artistiche è determinante nel rivelare una regia intelligente, mai eccessiva o banale. La trasposizione al 1876, anno in cui l'opera nasce sulle scene italiane, avviene con estrema e colta delicatezza e nobiltà, rendendo, anche grazie alle scene, firmate dallo stesso Tonon, in movimento e pannelli che determinano lo spazio dell'azione, i vari momenti dell'opera simili a dipinti del naturalismo francese. Notevoli gli affascinanti giochi di luce, ad opera di Fiammetta Baldisseri, che avvolgono spazi e personaggi e fanno risaltare i magnifici costumi a cura di Carla Galleri e Filippo Tonon.

La Gioconda di Amilcare Ponchielli al Teatro Filarmonico di Verona 2022

Gioconda è un'opera che mette a dura prova le voci e da soddisfazione a chi la interpreta. E qui abbiamo una buona compagnia di canto, palesemente affiatata e ben costruita. A cominciare dalla protagonista, umanissima e passionale, interpretata dalla giovane Monica Conesa. Soprano cubano-americano, di soli 26 anni, ha una voce molto particolare, in qualche punto quasi graffiante che fa pensare a un probabile buon posto nel repertorio wagneriano e una tendenza a riecheggiare toni propri della divina Maria, ma sostiene con ottimi consensi la perigliosa e svettante parte fino alle agilità che preludono il suicidio davanti al terribile cantor Barnaba. Avremmo preferito più definizione coloristiche e più fraseggio, ma siamo ricompensati dal si in pianissimo e flautato al termine della scena del Rosario del primo atto “Madre, Enzo adorato oh come v'amo" e da un dolente e sofferto “Suicidio” da commuovere.

Il lugubre deus ex machina dell'opera, alla fine al pari del Mefistofele di Boito, ed il libretto è appunto del poeta e musicista capofila della Scapigliatura, gabbato dalla sua stessa vittima, la spia-cantastorie Barnaba è un ottimo Angelo Veccia, baritono dalla morbida e sinuosa voce, di grande musicalità, che rende ben vivo nella sua malvagità sopraffina sia musicalmente sia scenicamente il suo personaggio. Gran prova tecnica e ben declamata la sua Aria “Oh monumento”.

La Gioconda di Amilcare Ponchielli al Teatro Filarmonico di Verona 2022

Altro artista che si distingue, con voce maschia e piena, ben proiettata e capace di magici e flautati pianissimi è il tenore Angelo Villari, un impetuoso ed affascinante Enzo, che trova nell'aria “Cielo e mar“ il giusto consenso entusiastico del pubblico. E' notevole quello smorzare rapidamente l'acuto in un sussurro filato per poi riprenderlo in un suono pieno e vigoroso.

Nobile, tenebroso, in possesso di un gran mezzo vocale e solida tecnica è l'Alvise di Simon Lim, basso coreano che si sta ben distinguendo nelle produzioni nei teatri italiani.

La Gioconda di Amilcare Ponchielli al Teatro Filarmonico di Verona 2022

Bella in scena, con voce dall'impostazione slava, un po' tendente al rigonfiare le note in zona medio-grave è la Laura di Agnieszka Rehlis, che ha nelle sue corde una vocalità imponente che ben si accoppia a quella della Conesa nel duetto del secondo atto.

Agostina Smimmero eccelle nella parte della Cieca rendendola quasi una protagonista, anche se non mi sembra possegga il colore del vero contralto, ma tratteggia con ottima tecnica e vocalità e anche bel tratto scenico un grande personaggio.

Sicuro e ben condotto lo Zuane di Alessandro Abis, ottimo e grande professionista è Francesco Pittari (Isèpo) e degni di nota, con belle voci e musicalità le parti affidate agli artisti del coro che si distinguono e rendono incisivi anche i piccoli momenti a loro affidati: Francesco Azzolini (Un Cantore), Maurizio Pantò (Un pilota), Nicolò Rigano (Un barnabotto), Dario Righetti (Una voce) e Jacopo Bianchini (Un'altra voce).

La Gioconda di Amilcare Ponchielli al Teatro Filarmonico di Verona 2022

Dal luminoso e incisivo suono unico e personale è apparso il Coro della Fondazione Arena di Verona, diretto dal maestro Ulisse Trabacchin, e molto bravo è anche il Coro delle Voci bianche Alive diretto dal M. Paolo Facincani.

A guidare questa imponente nave musicale è un giovane e talentuoso direttore d'orchestra veneziano, il Maestro Francesco Ommassini, che dona un colore potente, un suo gesto trascinatore e un sapiente uso della tavolozza coloristica della partitura a chi ascolta, da lasciarlo conquistato e colpito. Due momenti molto vivi e intensi sono stati il languido preludio del secondo atto che evoca i brumosi notturni marini e il doloroso preludio del quarto atto, che rieccheggia l'animo tormentato della sfortunata protagonista. Il direttore è stato assecondato e ben seguito da una buona Orchestra della Fondazione Arena di Verona.

Non risultano gradevoli e degne dello spettacolo le coreografie di Valerio Longo, con movimenti taglienti e non fluidi e con echi di danze rituali indiane che non trovano corrispondenza alla leggiadria della Danza delle ore, interpretata da danzatrici non appartenenti al Corpo di ballo dell'Arena di Verona (una mancanza dolorosa pensando alla gloriosa storia della compagine areniana).

E' stasto uno spettacolo di grande effetto e di grande valore giustamente premiato da unn numeroso pubblico che alla fine ha decretato con battimani e manifestazioni di entusiasmo il successo della produzione e dell'intero cast.

LOCANDINA

LA GIOCONDA
Dramma lirico in quattro atti. Libretto di Tobia Gorrio (Arrigo Boito)
Musica di Amilcare Ponchielli

Direttore: Francesco Ommassini
Regia e scene Filippo Tonon
Assistente regista/scenografa Veronica Bolognani
Costumi Filippo Tonon e Carla Galleri
Luci Fiammetta Baldisseri
Coreografie Valerio Longo

Personaggi ed Interpreti

La Gioconda Monica Conesa
Laura Adorno Agnieszka Rehlis
Alvise Badoero Simon Lim
La Cieca Agostina Smimmero
Enzo Grimaldo Angelo Villari
Barnaba Angelo Veccia
Zuàne Alessandro Abis
Un cantore Francesco Azzolini
Isèpo Francesco Pittari
Un pilota Maurizio Pantò
Un barnabotto Nicolò Rigano
Una Voce Dario Righetti
Un'altra voce Jacopo Bianchini
Prime ballerine Evgenija Koskina
Tatiana Svetlicna
Mina Radakovic

Orchestra, Coro e Tecnici della Fondazione Arena di Verona
Maestro del Coro Ulisse Trabacchin
Coro di Voci bianche A.LI.VE. diretto da Paolo Facincani
Foto Ennevi

 
 
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