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Recensione Opera Aida Teatro Massimo di Palermo - Regia Franco Zeffirelli

Gigi Scalici, 06/01/2009

In breve:
Recensione dell'opera Aida di Giuseppe Verdi eseguita il 30 novembre 2008 al Teatro Massimo di Palermo. «Ritorna vincitor» Franco Zeffirelli, con la sua Aida dopo una pluriennale assenza dal Teatro Massimo, definito dallo stesso Maestro in una recente intervista «culla della sua carriera».


(Clicca sulle immagini per allargarle - Foto tratte dal sito del Teatro Massimo di Palermo)
“Ritorna vincitor”

Ritorna vincitor Franco Zeffirelli, con la sua Aida dopo una pluriennale assenza dal Teatro Massimo, definito dallo stesso Maestro in una recente intervista “culla della sua carriera”.

Immagine1 recensione opera Aida al Teatro Massimo di Palermo novembre 2008 - Regia Franco ZeffirelliProprio in quel periodo, nel 1963 sottoscrisse per la Scala di Milano la regia di uno spettacolo straordinario, colossale e sfarzoso, ripreso oggi a Palermo dopo un parziale necessario restauro.
Un allestimento d'altri tempi, completo, con dovizia di tutti i particolari previsti dalla partitura e che rimarrà sicuramente nella storia internazionale del teatro lirico, in contrapposizione con le moderne rappresentazioni, limitate all'essenziale o destinate alla rivoluzione scenografica ed epocale della vicenda originale.

Luoghi molto realistici, scene, costumi tradizionali ed ampie raffigurazioni della grande Lila de Nobili, che danno la sensazione all'attonito spettatore di vivere proprio nell'ambiente egizio, in un mondo lontano ed in particolar modo nel contesto dell'arcinota marcia trionfale che lascia tutti effettivamente col fiato sospeso ed esultanti.

Immagine1 recensione opera Aida al Teatro Massimo di Palermo novembre 2008 - Regia Franco ZeffirelliUn “Gloria all'Egitto” ricchissimo d'effetti, con le lunghe trombe egizie, la sfilata dei carri da guerra, i due bellissimi cavalli bianchi montati che attraversano l'intera scena, i tesori, le statue degli dei, i balletti con le coreografie di Vladimir Vassilev - esemplari la sacerdotessa - Luciana Savignano e Nubiano - Josè Perez e particolarmente simpatica la danza dei piccoli schiavi mori - su un palcoscenico che nonostante i circa 1200 mq appare piccolo (circa 150 tra interpreti principali, ballerini e comparse).
Adeguatissimi poi gli effetti luminosi di Marco Filibeck, con alternati giochi di luce ed ombre che assecondano lo svolgersi degli eventi.

Composta dopo Don Carlo e prima del rifacimento di Simon Boccanegra, cui seguirono Otello e Falstaff, Aida – di consistente tensione drammatica - segna il solco di separazione tra gli schemi del vecchio melodramma e quello dell'ultimo ottocento, anche se contiene le cabalette tanto amate da Verdi, di cui non riesce a farne a meno, neanche in Otello, ma ricca di tante invenzioni musicali, come l'esotismo che scaturisce dall'alternanza degli accordi minori e maggiori dell'oboe, del flauto, dell'arpa e dai tremolii degli archi; oltre gli espressivi tre motivi principali ricorrenti, dell'amore di Aida, del sospetto di Amneris, di quello religioso dei sacerdoti, d'ispirazione wagneriana e le raffinate pagine dell'ultimo atto, come nel duetto Aida-RadamesO terra addio”.

Immagine1 recensione opera Aida al Teatro Massimo di Palermo novembre 2008 - Regia Franco ZeffirelliLa partitura musicale elaborata sul libretto di Ghislanzoni, con cui Verdi collaborò alacremente in molte revisioni, rivela la piena maturazione umana ed artistica del compositore che, soddisfatto, aveva esternato nel contempo l'intenzione di non scrivere più opere. La prima fu rappresentata al Il Cairo alla vigilia del natale 1871 e l'anno successivo alla Scala, ma senza i balletti che furono invece introdotti a Parigi nel 1880.

Per il Cigno di Busseto, era però fondamentale che la musica prevalesse sul dramma e non viceversa, invece in quest'edizione si è verificato esattamente il contrario: è prevalso il dramma nella sua spettacolarità, non adeguatamente supportato dall'impianto musicale.

Immagine1 recensione opera Aida al Teatro Massimo di Palermo novembre 2008 - Regia Franco ZeffirelliIl maestro Maurizio Benini, noto direttore di fama internazionale, col gravoso compito di concertare e dirigere una smisurata compagine orchestrale, completa in tutte le sezioni e costituita da circa 125 elementi disposti tra il golfo mistico ed il palcoscenico, sembra aver dato all'opera una lettura prevalentemente sinfonica, anche se lo spessore è questo, alleggerendo spesso la tensione drammatica; in talune circostanze avremmo preferito tempi più sostenuti e colori più vivaci.
Pregevoli l'ouverture dell'opera ed il preludio del secondo ed il quarto atto, in cui le ultime note si ricongiungono a quelle del primo, come in un circuito chiuso. Più che eloquente il gran concertato del termine del secondo atto in cui l'esecuzione è stata di alto livello drammatico ed emotivo, grazie pure all'ottima preparazione del coro al completo diretto da Andrea Faidutti, molto apprezzato anche per gli accurati pianissimi nel rimanente spettacolo.

La notevole potenza delle voci soliste principali prevaleva sul gran concertato; erano quelle di Amarilli Nizza, Marco Berti e Mariana Pentcheva, rispettivamente Aida, Radames ed Amneris.
Tre artisti in carriera in campo internazionale sin dall'inizio degli anni novanta, interpreti del cast principale nella prima ed in questa replica domenicale.

Immagine1 recensione opera Aida al Teatro Massimo di Palermo novembre 2008 - Regia Franco ZeffirelliAmarilli Nizza - esperta nel titolo del ruolo, applaudita recentemente all'Arena di Verona - ben nota al pubblico del Massimo per I Pagliacci di Leoncavallo ed il Trittico di Puccini, dotata appunto di potenza e di sicurezza vocale non indifferente, soprattutto nel registro acuto di soprano lirico e di un bel timbro. E' stata un'Aida forse un po' troppo autorevole e talvolta impetuosa, piuttosto che nobile, nostalgica e dimessa, anche se principessa etiope, con colore vocale poco chiaro nella zona medio bassa, spesso di dizione incomprensibile e con talune asperità.
In “Ritorna vincitor … Numi pietà del mio soffrir” del primo atto ed in “O patria mia … O cieli azzurri “ del terzo e nei duetti con Radames, Amneris ed Amonastro, non si è certo risparmiata tratteggiando una buona interpretazione dell'introspezione psicologica del personaggio.

Immagine1 recensione opera Aida al Teatro Massimo di Palermo novembre 2008 - Regia Franco ZeffirelliDa Marco Berti, tenore lirico esperto interprete anche dei ruoli verdiani, dal bel colore vocale e dai pregevoli squilli, ci aspettavamo di più. In “Se quel guerriero io fossi “, aria tanto amata dagli appassionati del melodramma e cavallo di battaglia dei più grandi tenori di tutti i tempi, non ha pienamente convinto - nonostante la chiarezza di fraseggio e la morbidezza vocale di cui è dotato - per la resa generale non propriamente costante nella zona medio-grave: ha preferito l'esposizione interamente eroica, piuttosto che alternarla a quella romantica con i pianissimi previsti dalla scrittura. Un po' statico, ha risolto in ogni modo il resto dell'opera, nei duetti con Aida ed Amneris, giungendo sino all'ultimo atto senza particolari difficoltà.

Immagine1 recensione opera Aida al Teatro Massimo di Palermo novembre 2008 - Regia Franco ZeffirelliUn po' meglio per l'Amneris della bulgara Mariana Pentcheva, apprezzata Santuzza nell'ultima Cavalleria rusticana al Massimo ed anche lei esperta interprete verdiana, dall'ampia e sicura estensione di mediosoprano-contralto e di maggiore intensità interpretativa, anche se spesso di dizione poco chiara.
E' apparsa un po' fredda nella prima parte dell'opera, ma ha saputo manifestare l'antagonismo psicologico nei confronti di Aida, con i chiari contrasti di personalità tra la malvagità ed il disarmo ed tra la superbia e la debolezza. Nel quarto atto, in “Morir mi sento” con la nenia dei sacerdoti ed il saldo spessore orchestrale, ha delineato con chiarezza la propria desolazione nel perdere definitivamente Radames.

Un trittico di artisti, in definitiva, di qualità che potrebbero superare con l'esperienza talune insufficienze e diventare ottimi interpreti, come sarebbe stato più opportuno in quest'occasione.

Immagine1 recensione opera Aida al Teatro Massimo di Palermo novembre 2008 - Regia Franco ZeffirelliPiù esperto il baritono messicano Carlos Almaguer - Amonasro, sconfitto re d'Etiopia, padre di Aida, dal bel timbro intenso, tipicamente verdiano e dall'ottima estensione, che nonostante qualche asprezza ha delineato il personaggio con sicurezza nelle poche pagine dedicategli dal compositore. Seducente il duetto con Aida “Rivedrai le foreste imbalsamate”, con accurato fraseggio e con piena ed espressiva autorevolezza in “Non sei mia figlia, dei Faraoni sei tu la schiava”, unitamenteall'ottimo drammatico ed intenso sostegno dell'orchestra.

Completavano dignitosamente il cast i due personaggi che rappresentano il potere politico e decisionale, Paata Burchuladze – nelle vesti delgran sacerdote Ramfis, famoso potente basso in cui sono evidenti i segni del logorio della lunghissima carriera e con analogheproblematiche Konstantin Gorny, in sostituzione del previsto basso Andrea Papi in quelle del Re.

In buona sostanza, uno spettacolo di cui sarebbe rimasto un bellissimo ricordo, se anche musicalmente fosse stato pienamente appagante.

Immagine1 recensione opera Aida al Teatro Massimo di Palermo novembre 2008 - Regia Franco ZeffirelliTuttavia ci sono stati ampi consensi anche per gli interpreti al termine dei singoli atti ed alla conclusione dell'opera, ma non sono stati quelli interminabili con le continue chiamate dei grandi successi, in un teatro stracolmo in ogni ordine di posti, nella prima ed in questa replica, confermando altresì la condivisione di un giudizio modesto, sia dalla critica sia dal pubblico, spesso non concordi in altre circostanze.

A cura di Gigi Scalici

 
 
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