In questa produzione sembra mancare la raffinatezza sinfonica e l'eleganza
dello stile di teatro mozartiano in singspiel di una partitura apparentemente
semplice ma molto variegata, a causa delle voci non propriamente adeguate,
soprattutto nei ruoli di Fiordiligi e Dorabella, note giovani artiste in
carriera.
Da Fiordiligi ci si aspetta un timbro lirico e chiaro nello stesso
tempo, invece Maria Luigia Borsi, dal particolare bel timbro, dalla buona
estensione e dalla facile emissione, è un po' cupa e poco agile dove si richiede
più leggerezza e spesso con dizione incomprensibile, anche nei recitativi.
Rincresce, perché la giovane soprano è un'ottima acclamata interprete di vasto
repertorio, ma probabilmente è più a suo agio nei ruoli melodrammatici (ottima
infatti la sua Desdemona di Salisburgo con la direzione di Muti).
Non di meno Elena Zhidkova, giovane noto mezzosoprano russo specialista
del repertorio tedesco, dal colore troppo drammatico e scuro per il ruolo:
sembra di ascoltare un'eroina wagneriana o verdiana, piuttosto che la sorella
Dorabella di Fiordiligi, dalla dizione quasi sempre incomprensibile,
nonostante la buona estensione ed il volume non indifferente.
Ben eseguite tuttavia “Come scoglio” di Fiordiligi e “Un'aura
amorosa” di Dorabella.
In buona sostanza, due artiste di qualità vocali ed interpretative notevoli ma
non efficacemente adeguate per quest'opera.
E' ben noto che Così fan tutte, scritta da Mozart in circa tre
mesi dopo Don Giovanni e Le nozze di Figaro - terza della trilogia italiana su
libretto di Lorenzo Da Ponte ed ultimo dramma giocoso - non è meno
considerevole delle altre due. Dal libretto oggi certamente banale, ma
assolutamente spinto per il 1790, anche se frivola è ricca di belle pagine
liriche e di recitativi impegnativi, cui non dovrebbe mancare il dominio vocale
degli interpreti associato alla ricchezza dell'insieme sinfonico orchestrale.
Dei due soldati fidanzati si distingue particolarmente il Guglielmo
di Vincenzo Taormina, giovane baritono dal bel timbro chiaro, esteso e
sicuro, adeguatissimo al personaggio; ottimo in “Donne mie la fate a tanti”.
Un po' giù di tono invece il Ferrando dell'altrettanto giovane
tenore leggero russo Maxim Mironov, dal naturale vibrato d'altri tempi,
non tanto gradito oggi.
Interprete più adeguato al ruolo, Andrea Concetti nelle vesti del vecchio
filosofo scapolo, noto ed esperto bass-baritone di esperienza pluriennale
internazionale, specialista dei personaggi mozartiani e rossiniani, ma merita un
particolare plauso anche la giovanissima Laura Giordano-Despina,
soprano lirico leggero dalle indubbie qualità vocali, sia per brillantezza, sia
per chiarezza di linguaggio che per agilità: pienamente all'altezza di “Una
donna a quindici anni” . Simpatici i suoi buffi travestimenti da medico e da
notaio. Sarebbe destinata ad una sicura bella carriera.
L'orchestra sembra non assecondare compiutamente in talune circostanze la
direzione – senza bacchetta - dell'esperto mozartiano di affermata esperienza
internazionale, l'olandese Hubert Soudant, dai tempi piuttosto sostenuti
e dai bei colori vivaci.
Applauditissima tuttavia la famosa ouverture dalla buona concertazione, sin
dalle prime note dell'oboe, alle cadenze, alle note del recitativo. Buono il
coro ridotto di circa venti unità, diretto da Andrea Faidutti.
La regia affidata a Marco Gandini con la scenografia semplicemente
moderna di Italo Grassi, semi fissa per i due atti, con in primo piano lo
studio in stile classico del vecchio filosofo e con due pareti ad angolo, chiare
tipo componibili, in cui secondo le scene si aprono dei sipari laterali, da una
parte l'interno della casa di Don Alfonso, dall'altra l'esterno
per l'ingresso dei personaggi.
Belli i costumi di Silvia Aymonino, alquanto misurati, colpisce però la
licenza registica per il particolare dei berretti tipo Carabinieri dei due
soldati ed il loro successivo travestimento tipo Corazzieri, piuttosto che da
albanesi.
Spettacolo, con due atti di circa 85 minuti ciascuno, comunque applaudito in
tutte le sezioni pur senza gran pienezza, nonostante la monotonia di qualche
minuto, forse anche a causa dell'incipiente caldo estivo, almeno per quanto
riguarda questa replica domenicale cui ci si riferisce.
Gigi Scalici
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