Nella storia dell'Opera è frequente incontrare nella stessa serata due titoli
insieme, quando la durata complessiva lo consente. Nel caso del dittico messo in
scena dal Teatro Marrucino si tratta di due “atti unici” il cui motore
generatore comune è la dualità tra amore Sacro (Suor Angelica) e
amore Profano (Pagliacci). Il regista, in questa prima
rappresentazione della Stagione Lirica, pone in contrapposizione un'opera di
stampo assolutamente verista (che classicamente viene proposta con l'altro
capolavoro musicale verista Cavalleria rusticana di Mascagni) ad un'altra
che già si affaccia nel ‘900 anche se con un argomento molto toccante e
religioso.
Il dittico sarà presentato al pubblico in prima esecuzione venerdì 12
febbraio alle ore 21.00 e le due repliche sono previste per domenica
14 febbraio alle ore 17.00 e martedì 16 febbraio alle ore 21.00.
Protagonisti l'Orchestra e il Coro del Teatro Marrucino diretti dal Mº
Donato Renzetti, gloria abruzzese noto in tutto il mondo e che dalla scorsa
stagione collabora con la direzione artistica del Marrucino, con un cast
di altissimo livello canoro per la regia di Giulio Ciabatti.
Suor Angelica è un'opera lirica in un atto di Giacomo Puccini, su
libretto di Giovacchino Forzano. Fa parte del Trittico (con il
Tabarro e Gianni Schicchi). La prima assoluta ebbe luogo il 14
dicembre 1918 al Metropolitan di New York. È tra le poche opere a contenere
solo personaggi femminili.
L'azione si svolge verso la fine del XVII secolo, tra le mura di un monastero.
Suor Angelica da sette anni è in un monastero per volontà della sua
aristocratica famiglia che l'ha costretta alla clausura per aver avuto un figlio
al di fuori del matrimonio. Nonostante la vita di preghiera non può però
dimenticare il bambino avuto dall'illecita relazione che fu la causa del suo
ritiro dal mondo. Per sette anni ha atteso una visita e grande emozione suscita
nella suora la notizia dell'imminente arrivo di sua Zia Principessa. Ma
la donna, divenuta amministratrice dei beni di famiglia dopo la morte dei
genitori di Angelica, le chiede di firmare un atto di rinuncia al patrimonio,
mentre implacabile le annuncia che il suo bambino è morto. Disperata,
Angelica decide di suicidarsi ingerendo un veleno distillato con i fiori
raccolti nel giardino del convento. In preda al rimorso per il peccato commesso,
la suora invoca la Vergine che le appare circondata di luce e accompagnata da
una musica celestiale. In segno di perdono la Madonna sospinge un bimbo fra le
braccia della morente.
Pagliacci è un'opera lirica di Ruggero Leoncavallo, su libretto
del compositore, rappresentata per la prima volta al Teatro dal Verme a
Milano, il 21 maggio 1892 con la direzione di Arturo Toscanini.
La rappresentazione inizia a sipario calato, con Tonio che, in costume da
Taddeo, si presenta come Prologo, fungendo da portavoce
dell'autore ed enunciando i principi informatori e la poetica dell'opera. La
compagnia di Canio è giunta in un paesino meridionale, Montalto Uffugo in
provincia di Cosenza, per inscenare una commedia. Canio non sospetta che
la moglie Nedda lo tradisca con Silvio, un contadino del luogo.
Tonio, che ama Nedda ma che è da lei respinto, avvisa Canio
del tradimento. Questo scopre i due amanti che si promettono amore, ma Silvio
fugge senza che Canio lo veda in volto. Canio vorrebbe scagliarsi
contro Nedda, ma arriva uno degli attori a sollecitare l'inizio della
commedia perché il pubblico aspetta. Canio non può fare altro, nonostante
il suo turbamento, che truccarsi e prepararsi per la commedia (Recitar...
Vesti la giubba).
Canio, nel ruolo di Pagliaccio, impersona appunto un marito tradito
dalla sposa Colombina. La realtà e la finzione finiscono col confondersi,
e Canio, nascondendosi dietro il suo personaggio, riprende il discorso
interrotto dalla necessità di dare inizio alla commedia e, sempre recitando,
rinfaccia a Nedda la sua ingratitudine e trattandola duramente le dice
che il suo amore è ormai mutato in odio per la gelosia. Di fronte al rifiuto di
Nedda di dire il nome del suo amante, Canio uccide lei e Silvio
accorso per soccorrerla. Tonio e Beppe, inorriditi, non
intervengono, ma gli spettatori, comprendendo troppo tardi che ciò che stanno
vedendo non è più finzione, cercano invano di fermare Canio, che, a
delitto compiuto, esclama beffardo: "la commedia è finita!".
Suor Angelica
Opera in un atto su Libretto di Gioachino Forzano
Musica di Giacomo Puccini
Personaggi Interpreti
Suor Angelica Ana Paula Brunkow Soprano
La Zia Principessa Giovanna Lanza Contralto
La Badessa Gabriella Bosco Mezzosoprano
La Suora Zelatrice Valentina Di Cola Mezzosoprano
La maestra delle novizie Flavia Votino Mezzosoprano
Suor Genoveffa Manuela Kriscak Soprano
Suor Osmina Nara Montefusco
Suor Dolcina Yllka Gerro
La Suora infermiera Sabina Davide
I Conversa/I Cercatrice Francesca Bruni
II Conversa/II Cercatrice Paola Incani
Una Novizia Patrizia Perozzi
Pagliacci
Dramma in un prologo e due atti
Libretto e musica di Ruggero Leoncavallo
Personaggi Interpreti
Nedda (nella commedia Colombina) Paola Antonucci soprano
Canio (nella commedia Pagliaccio) Francesco Anile tenore
Tonio (nella commedia Taddeo) Andrea Zese baritono
Peppe (nella commedia Arlecchino) Gianluca Sorrentino tenore
Silvio Gianpiero Ruggeri baritono
Un Contadino Matteo M.Ferretti baritono
Altro Contadino Giovanni Di Deo tenore
Orchestra e Coro del Teatro Marrucino
Direttore Maestro Concertatore -
Donato Renzetti
Regia -
Giulio Ciabatti
Maestro del Coro Assistente del Direttore -
Christian Starinieri Patrick Murray
Scene -
Platòn Bardhi
Costumi - Anna Biagiotti
Luci - Ivano Ursini |