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Intervista a Magda Olivero: un secolo di lirica

Gloria Bellini, 02/03/2011

In breve:
Nel mese di ottobre, a Milano, da alcuni anni viene organizzato un concorso di canto dedicato al celeberrimo soprano Maria Maddalena Olivero, in arte Magda Olivero. Il prossimo 25 marzo l'artista giungerà allo straordinario traguardo dei 101 anni. In questa speciale intervista ci ha raccontato quanto è stato difficile e tortuoso il suo percorso di studi, seppur sostenuta dalla famiglia. Ringraziandola per la sua squisita disponibilità, lasciamo ai nostri lettori il piacere di ascoltare le emozioni che una grande artista ci ha saputo trasmettere con le sue parole.


Nel mese di ottobre, a Milano, da alcuni anni viene organizzato un concorso di canto dedicato al celeberrimo soprano Maria Maddalena Olivero, in arte Magda Olivero.
Il prossimo 25 marzo l'artista giungerà allo straordinario traguardo dei 101 anni. Calcando palcoscenici dei principali templi lirici mondiali, Magda Olivero, con il suo secolo di vita, è stata protagonista del secolo che ci ha portati al nuovo millennio.
Stimata dal grande pubblico, dai colleghi, dai direttori d'orchestra e dai compositori per la sua arte, la sua voce e le sue straordinarie doti interpretative (Francesco Cilea, prima di morire, chiese di poter ascoltare ancora una volta Magda Olivero interpretare la sua Adriana Lecouvreur), oggi è ancora una donna estremamente impegnata, attiva e disponibile a trasmettere i valori della sua arte a chiunque le chieda consiglio.
In questa speciale intervista ci ha raccontato quanto è stato difficile e tortuoso il suo percorso di studi, seppur sostenuta dalla famiglia. Ringraziandola per la sua squisita disponibilità, lasciamo ai nostri lettori il piacere di ascoltare le emozioni che una grande artista ci ha saputo trasmettere con le sue parole.

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Signora Olivero, innanzitutto grazie per la sua squisita disponibilità, ci racconta com'è stato il suo percorso di studi?
Fin da bambina cantavo e facevo concerti, avevo grande facilità e musicalità. Ricordo che nel teatro della parrocchia di Santa Barbara a Torino cantavo spesso una canzone il cui ritornello era "Si, si, presto celebre sarò - il mio nome a caratteri cubitali scritto vedrò", ed ero sempre seguita da mia madre che non metteva freni al mio desiderio di cantare e recitare in parrocchia.
Proprio fin da piccola piccola, da quando avevo tre anni, ero tanto amata dalla mia famiglia ed ero l'ultima di quattro sorelle: mi mettevano su una sedia, loro suonavano e io cantavo a squarciagola.

Quanto è stato importante il supporto della sua famiglia per la sua carriera?
Mi hanno sempre supportata e aiutata finanziariamente.
Disgraziatamente intorno ai tredici anni ho iniziato a studiare con le insegnanti.
Con la prima ho studiato un po', ma poi è partita e mi ha lasciato allo stato brado.
La seconda era diplomata al conservatorio Santa Cecilia di Roma, sembrava che conoscesse tutti i segreti della lirica, della voce, invece è stata disastrosa, perchè mi ha rovinato la voce: mi ha fatto studiare prima da soprano, poi da mezzosoprano, poi da contralto. Mi ha proprio distrutta vocalmente e anche finanziariamente è stata una grossa spesa.
Fortunatamente, però, avevo delle corde vocali fortissime che hanno subito questo orrendo trattamento non hanno riportando danni, ma la mia impostazione vocale era tutta sballata.
Poi ho cominciato con un'altra insegnante che aveva cantato tanto in Italia e all'estero, ma i risultati non cambiavano, quindi un giorno mio padre mi chiese se veramente volevo continuare ancora con il canto e io risposi che volevo iscrivermi al conservatorio solo per studiare pianoforte! Mio padre disse: "meno male, così non parliamo più di voci". E poi sarebbe stato un sollievo anche da un punto di vista finanziario, perchè per le lezioni di canto spendevo molti soldi, non erano gratis!
Io credo però che ognuno di noi ha un destino. Lo stesso giorno, mio padre, che era magistrato, camminando per strada incontra il sindaco di Torino e così parlando gli disse che era una giornata storta spiegando che io ero costretta ad abbandonare il canto, perchè ero stata sfortunata con le insegnanti che mi avevano preso tanti soldi e mi avevano rovinato la voce. Il sindaco gli disse che era in contatto con la direzione della Rai, pertanto avrebbe fatto un bel biglietto di presentazione che io avrei dovuto presentare alla direzione per avere il parere di maestri esperti e capire meglio in che condizioni ero ridotta.
Così fece.
Lasciò un biglietto molto bello e io lo portai a Trino, alla direzione della Rai.
Dopo due o tre giorni mi fissarono un'audizione ed io ero molto contenta.
Il giorno stabilito mi presentai per l'audizione presentando tre romanze che non ricordo. C'erano il pianista e la giuria composta da tre persone, il più importante era il maestro Tansini che aveva già una certa età. Mi esibii nella prima romanza e poi mi fecero cantare anche la seconda. Quando finii mi dissero "grazie tante e arrivederci".
Quando uscii il maestro Tansini cominciò a dire: "Basta con queste storie! Ma cosa vuole questa che non ha né voce né musicalità, non ha niente di niente. E' una cosa indecente che ci faccia perdere tempo".

Destino di una cantante
Magda Olivero - sopranoC'è però un destino nella nostra vita: quel giorno passava nel corridoio il maestro Gerussi e, sentendo la mia voce, entrò nella sala delle audizioni e mi ascoltò. Quando cominciò la tragedia del maestro Tansini, lui si avvicinò e disse: "Per me avete tutti torto, perchè questa ragazza possiede la voce, possiede ogni possibilità per diventare una grande cantante, ma hanno avuto l'abilità di rovinarla completamente mettendole dentro la voce..." e disse tutti i difetti che io avevo e poi soggiunse "io vorrei provare ad educarla".
Il maestro Tansini gli rispose "Gigino, se tu vuoi perdere il tuo tempo, perdilo".
Quindi mi telefonarono e mi chiesero se io avrei accettato di studiare con il maestro Gerussi. Io non sapevo chi fosse, però mi dissero che era un maestro bravissimo, quindi andai.
Alla sua sola presenza, nel suo studio, cantai una romanza e lui mi disse: "Senti, hai il coraggio di ricominciare da capo a studiare, dimenticando il tuo tragico passato e arrivare a saper respirare e sostenere?" Respirare e sostenere? Nessuno mi aveva mai parlato di respirazione e di sostegno, non sapevo niente, ero all'oscuro completo. "Se vuoi studiare con me io sarei felice di aiutarti a ritrovare la tua voce e portarti avanti nello studio". Io risposi: "Senz'altro. Domanderò ai miei genitori se mi danno il consenso".
A casa raccontai di questa audizione e mio padre mi rispose: "Gesù Cristo cadde tre volte sotto la croce e poi è risorto. Tu sei caduta tre volte sotto quelle dannate maestre, chissà che non sia la volta che questo maestro sia la tua resurrezione!". E fu così che accettai di studiare con il maestro Gerussi: non le dico la mia sofferenza e la mia disperazione, perchè respirae e sostenere che sono le cose più semplici del mondo, io non riuscivo a farle, perchè ero rovinata dentro.
Il maestro fu severissimo, tanto che un giorno, presa dalla disperazione gli dissi: "Maestro, io non ce la faccio più, non ce la faccio", lui mi guardò e disse: "Guarda, anche se puoi muori lì, a me non importa niente, muori pure, però prima di morire mi devi fare questo vocalizzo". Facevo i vocalizzi nota per nota. Si misero in azione tutti quei muscoli che io non avevo mai adoperato, ma che sono alla base della tecnica del belcanto, pertanto tornavo dalle lezioni con il torace tutto indolenzito.
Ebbi però il coraggio di andare avanti e piano piano arrivai a fare dei meravigliosi esercizi, a saper cosa voleva dire respirare e sostenere. Ho continuato a studiare sempre con il maestro Gerussi e sono arrivata a cantare le prime brevi romanze, e a fare vocalizzi sempre più difficili, controllata al massimo. E' stato davvero uno studio magnifico, che però mi è costato tanta fatica.

Il primo concerto
Un giorno mi disse: "Come premio, ti faremo fare un piccolo concerto nella trasmissione del pomeriggio: canterai una romanza e ci sarà anche un tenore che canterà a sua volta una romanza". Il maestro fu soddisfatto e mi disse che ero stata brava, perchè avevo ricordato tutto, avevo respirato bene e avevo reagito bene all'emozione.
Quello stesso giorno, il maestro Tansini era in teatro e, sentendo la mia voce, si recò nella cabina di registrazione, ma io ero già uscita dal palcoscenico. Chiese al tecnico chi fosse il soprano che aveva cantato, ma il tecnico non mi conosceva. Il maestro Gerussi vide il maestro Tansini e gli andò in contro salutandolo. Il maestro Tansini gli chiese: "Gigino, chi c'era qui che cantava oggi?" e Gerussi rispose: "C'erano un soprano e un tenore" e Tansini chiese: "Ma il soprano, chi era?" e Gerussi disse: "Perchè mi fai questa domanda?" e Tansini spiegò: "Sai, ero in fondo al teatro, ho fatto tutti i corridoi per venire a sentire bene questa voce che mi ha colpito per il colore e per come cantava, ma sono arrivato tardi e mi interesserebbe sapere chi era". Gerussi si mise a ridere e rispose: "Sai chi è? E' quella famosa ragazza della quale tu dicesti che poteva cambiare mestiere perchè non aveva né voce, né musicalità, né personalità. Allora, hai cambiato parere?". Tansini rimase colpito, perchè si sentiva colpevole di aver dato un giudizio tanto sbagliato e se l'avessi seguito non avrei mai più cantato.
Il maestro Gerussi mi disse: "Io ho dovuto essere tanto implacabile perchè dovevo riuscire ad agganciarti e a portarti rapidamente verso la strada giusta. Non ti ho lasciata nel tuo nido, ma ti ho portato fuori dal nido per farti trovare la strada giusta, per farti respirare e sostenere correttamente affinchè tu potessi cantare." Da quel momento la mia carriera è stata in crescendo. Ho continuato sempre a studiare con il maestro Gerussi e ricordo che il primo spartito che ho studiato da soprano leggero perchè avevo una grande estensione, arrivavo al fa sovraccuto.

Un debutto difficile
Magda Olivero - sopranoCi fu anche un direttore d'orchestra, ormai morto pertanto non voglio farne il nome, che voleva che studiassi con lui, che andassi a Roma a casa sua. Siccome c'era qualcosa che non mi piaceva e che mi spaventava, feci finta di niente e non ci andai. Lui si arrabbiò perchè non avevo eseguito i suoi ordini. Visto che io non accettai di andare a studiare con lui, si vendicò scritturandomi per il Lohengrin di Wagner. Io a quell'epoca cantavo repertorio da lirico-leggero, pertanto il Lohengrin non sarebbe stato il mio repertorio. Il maestro Gerussi disse "Però il maestro non doveva comportarsi in questa maniera, se voleva vendicarsi doveva farlo in altro modo. Tu però devi accettare". Io capii e accettai, mandai il contratto firmato al Teatro dell'Opera di Roma. Dovetti iniziare a studiare da capo per la tessitura centrale. Ho fatto un lavoro durissimo: tutti i giorni andavo a lezione per adattare la voce alla partitura. Ho fatto un lavoro di precisione per non nuocere alle corde vocali. Mi presentai il giorno in cui ero stata convocata per l'unica recita per cui ero stata scritturata e non solo non venni accolta da nessuno, ma non ebbi nemmeno la possibilità di fare una prova, perchè il maestro aveva deciso che avrei dovuto andare in scena senza fare le prove.

Quello è stato il mio debutto e c'è voluto tanto coraggio.

Mi presentai alla recita vestita e truccata molto bene. La scena prevedeva che io partissi molto in alto e scendessi una scala. Quando cominciai a scendere i primi gradini, dissi "Signore aiutami, perchè se non mi aiuti, io cosa faccio?" Sostenuta dalla fede e dal mio coraggio sono andata in proscenio. Il tenore mi ha guardato, perchè non mi aveva mai vista, e io cominciai a cantare l'aria di Elsa guardando quel direttore d'orchestra ed ebbi un successo incredibile. Quel maestro, poi, si pentì amaramente!"

Poi ho continuato a studiare.
Ho studiato anche con il maestro Luigi Ricci di Roma che ha raffinato le mie interpretazioni. E' stato il maestro delle piccole grandi cose, perchè mi curava i piccoli particolari che sortivano grandi effetti.
Era molto conosciuto perchè era l'accompagnatore del tenore Gigli, e gli devo veramente gratitudine infinita.

Lei è testimone di un secolo di lirica. Com'è cambiata l'arte dalla sua epoca ad oggi?
Lo posso descrivere con i colori: dal bianco luminoso e bellissimo al nero fondo in cui non si vede più niente.
E' tremendo oggi.
Anche i conservatori, non vorrei parlar male, ma sento tanti ragazzi che vengono a farsi ascoltare e sono diplomati con ottimi voti nei conservatori cui mi rifiuto di dare consigli, perchè sono ridotti in condizioni tali che sono irrecuperabili.

La ringrazio molto perchè da questa intervista abbiamo capito quali sono i valori che l'hanno portato a diventare una pietra miliare della lirica mondiale: il coraggio, la costanza, la determinazione, la voglia di studiare.

Quante opere ha debuttato?
Molte, non ricordo. Ho cantato anche molte opere moderne, non mi sono spaventata dalla musica così diversa dai grandi come Puccini, Verdi... L'ultimo spartito che ho studiato è stato Der Besuch der alten Dame (La visita della vecchia signora). Sono tre atti con una musica che non si può imparare! Io cominciai subito a studiarla, non appena ebbi lo spartito e arrivai a dire: "Questa è un'opera che non si può studiare". Il collega baritono (un artista molto bravo) che doveva cantarla con me a Napoli me telefonò disperato il giorno prima delle prove dicendomi che non ci capiva nulla... io l'ho consolato dicendo che l'avevo studiata battuta per battuta ed era stato difficile anche per me! Essere stata capace di imparare questo spartito mi fa dire: sono stata proprio brava!

 
 
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