La scelta dell'opera è dettata da due importanti ricorrenze: la prima quella che vede il 2011 protagonista delle celebrazioni del 150º anniversario dell'Unità d'Italia al quale il nome di Giuseppe Verdi è notoriamente legato. Compositore di spiccato spirito patriottico, sempre attento ai cambiamenti politici della penisola italiana, seppe far trasparire nelle sue opere l'amore per la patria e gli ideali di libertà. Oggi come allora la sua musica è espressione del nostro tempo e Giuseppe Verdi nelle sue opere si riscopre più che mai attuale.
Nel 2011 cade anche una seconda ricorrenza, il 160º anniversario da quando Il melodramma di Giuseppe Verdi, su libretto di Francesco Maria Piave, venne rappresentato per la prima volta, la sera dell'11 marzo 1851 al Gran Teatro La Fenice di Venezia. Per il soggetto di Rigoletto, Piave si ispirò a Le roi s'amuse, dramma in tre atti di Victor Hugo, andato in scena a Parigi nel novembre 1832.
Rigoletto è la prima opera, in ordine cronologico, di quella che viene definita la trilogia popolare di Giuseppe Verdi, seguita da La Traviata e il Trovatore.
Alla base di questo allestimento di Rigoletto c'è la Maledizione, quella che porta lo stesso buffone a soffrire, a distruggere il suo unico bene, sua figlia Gilda, per la quale vive una duplice natura di padre-madre, che lo porterà alla disperazione, alla perdita totale della propria identità.
La regia ripercorre aspetti contemporanei molto vicini a noi; con questo non si vuole affatto togliere forza all'aspetto storico alla base dell'opera, ma far riflettere su come essa sia universale, ci permetta di creare una storia traslandola ai giorni nostri, molto vicina alla società attuale. |