Ciak si gira... un'opera! dal film della Grande Opera al Videobook, un trampolino di lancio per i giovani artisti
Redazione Liricamente, 20/04/2011
In breve: Con l'avvento delle nuove tecnologie, è diventata ormai prassi consolidata che le prime selezioni di audizioni presso agenzie liriche, o anche di alcuni concorsi, avvengano attraverso la visione di video dei giovani artisti.
Abbiamo deciso di intervistare Gabriele Cazzola, uno dei registi televisivi più qualificati del panorama italiano, che vanta un'esperienza di rilievo nelle produzioni di video musicali di alto livello per comprendere meglio quali sono i segreti per valorizzare meglio le proprie attitudini.
"Mi spedisca del materiale audio o video da visionare e poi le faremo sapere"
..."Le prime selezioni del concorso saranno attraverso il materiale audio video,
che dovrà essere inviato all'indirizzo..."
Con l'avvento delle nuove tecnologie, è diventata ormai prassi consolidata che
le prime selezioni di audizioni presso agenzie liriche, o anche di alcuni
concorsi, avvengano attraverso la visione di video dei giovani artisti.
Abbiamo deciso di intervistare Gabriele Cazzola, uno dei registi televisivi più
qualificati del panorama italiano, che vanta un'esperienza di rilievo nelle
produzioni di video musicali di alto livello per comprendere meglio quali sono i
segreti per valorizzare meglio le proprie attitudini.
Proprio per i giovani talenti propone anche l'"Artist's Videobook", un'idea
intelligente e utile per chi desidera trasmettere con eleganza e professionalità
la propria arte.
Ma come nasce e come si produce un Videobook?... Addentriamoci nel
backstage e scopriamolo insieme!
1) Come nasce la sua attività? La mia esperienza parte da studioso
di teatro e sarebbe un po' troppo lunga da raccontare perchè è una storia che
nasce all'università nell'ormai lontano 1973. Sono passato dal teatro
rinascimentale, allo studio dei teatri orientali, al film antropologico sino a
qui, senza dimenticare anche lunghi periodi passati tra Mediaset, Rai, Telepiù,
Sky, cioè tutti i più importanti network. Ma la più grande passione, che per me
è la musica, alla fine vince sempre su tutto e viene un momento in cui non puoi
più rinunciare a quello che il destino ti ha riservato.
2) Ci ha incuriosito il suo progetto Videobook, per i giovani artisti: in
concreto, di cosa si tratta?
Questa è una proposta particolare solo perchè stranamente non ha ancora avuto
uno sviluppo in Italia. Aver la capacità di comunicare quello che si fa è da
sempre strategico. Se Mozart si fosse tenuto nel cassetto le sue composizioni (e
non avesse avuto un padre rompiscatole ma grande impresario) oggi la storia
della musica sarebbe diversa. La tecnologia consente ormai una comunicazione
planetaria in tempi rapidissimi e come si suol dire "chi si ferma è perduto".
Uno degli scogli più difficili per i giovani artisti di oggi è appunto quello
di farsi conoscere, perchè le audizioni e i casting sono spesso lontani da casa,
perchè talvolta sono a numero chiuso, perchè c'è una concorrenza impressionante
e per altri mille motivi. Tra l'altro ho anche notato che alcune agenzie
artistiche italiane non fanno più audizioni di giovani musicisti se prima non
sono precedute dal'invio di materiale audio e video.
Dunque l' "Artist's Videobook", come l'abbiamo battezzato, risponde ad una
esigenza di mercato ormai ineluttabile. Con il nostro Videobook il
giovane musicista, cantante o attore ha l'opportunità di utilizzare i
professionisti più importanti del mercato dell'audio e del video professionale
(che sono riuniti nel progetto di Opera Video) e di crearsi un filmato di
altissima qualità, cosa che gli sarebbe impossibile altrimenti. E' evidente
che tutto questo ha un costo, che però noi riusciamo a mantenere ragionevole
attraverso l'organizzazione e il "buon natural" come direbbe Da Ponte, dei
nostri collaboratori. Pensi che per le registrazioni affittiamo una sala da
concerti con uno dei migliori pianoforti a coda che si possano trovare a
Bologna, con maestri accompagnatori di primissimo livello. Io seguo
personalmente la regia video, che è semplicissima ma pulita, perchè una bella
immagine deve essere semplice e pulita e comunicare allo spettatore quello che
l'artista è senza camuffarlo dietro ad improbabili effetti speciali. Gli
ingegneri del suono sono tecnici (faccio fatica a chiamarli tecnici) che hanno
lavorato per le più grandi orchestre e solisti del mondo.
3) Quanto tempo ci vuole per produrre un Videobook? C'è una sessione di ripresa (per l'artista significa un paio di ore) poi
l'editing del video, il mix dell'audio, l'authoring e la realizzazione del DVD
master. Dal momento della ripresa alla consegna del DVD master finito passano
una quindicina di giorni al massimo .
4) In che modo un artista deve prepararsi? Esattamente come per un casting o un'audizione. Possono essere le
classiche tre arie per il cantante, o anche qualcosa di più, ma non è
consigliabile impegnarsi in troppe cose: meglio poco ma ben interpretato, anche
perchè il DVD finale deve essere di una durata che ragionevolmente induca chi lo
riceve a guardarlo ed ascoltarlo tutto.
E' l'artista che ovviamente decide i brani che intende eseguire e, se è un
cantante, prenderà contatto con il nostro Maestro accompagnatore (se non ne ha
uno proprio) per confrontarsi sui dettagli interpretativi.
Abbiamo poi citato segnatamente i cantanti, ma il Videobook è indicato anche per
strumentisti e per piccole formazioni da camera.
La sessione di registrazione è di due ore per ciascun artista o gruppo e su
questo siamo inflessibili, anche perchè in due ore oggettivamente si possono
fare molte cose. Oltre questo tempo si rischia seriamente di combinare pasticci,
anche per l'affaticamento fisico e quel po' di immancabile stress dovuto alla
ripresa televisiva.
5) Le agenzie e i management che
ruolo hanno in questo? Le agenzie dovrebbero essere un volano per promuovere questa iniziativa
perchè è nel loro stesso interesse poter presentare i propri giovani artisti in
maniera altamente professionale. Per le Agenzie abbiamo pensato a delle
convenzioni che possano favorirle e da loro ci aspettiamo solo una risposta
adeguata.
6) Lei cosa propone ai giovani artisti? Io credo che oggi un giovane artista debba avere un bel coraggio. E
coraggio significa lavoro e studio, studio e lavoro: lavoro e studio per
perfezionarsi sempre di più. Lasciarsi incantare dalle sirene del facile
successo dei programmi televisivi è puro autolesionismo. E coraggio è anche
rinunciare al contatto con la propria terra e andare per il mondo. Ai miei figli
dico sempre di non pensare a me in quanto babbo affettuoso e un po' possessivo e
un po' orso, ma di emigrare per inseguire il proprio talento. Tutti abbiamo un
talento e dobbiamo farci guidare da questo. Fatta questa premessa così
importante, sembrerebbe fuor di luogo parlare delle proposte di una piccola
impresa privata come la mia, ma ciascuno deve rispettare il proprio ruolo. Opera
Video nasce ora, ma nella mia idea c'è di sviluppare anche un settore dove
giovani artisti possano misurarsi tra loro e, anche attraverso masterclasses e
stages, capire quali siano i propri talenti nascosti. Un'Accademia dei Talenti
insomma che possa coprire degli spazi di didattica e ricerca che in Italia
mancano e che in altri contesti (come in Sudamerica) hanno dato risultati
strabilianti. Siamo ancora allo stato di idea primordiale ma, come ho detto
prima, io sono uno che non molla mai.
7) Quali sono alcune delle sue referenze più importanti nel settore
della produzione videomusicale? Più che referenze parlerei di Maestri dai quali ho rubato insegnamenti
(anche a loro insaputa!) e qui andremmo fare una lunga lista: Riccardo Muti
il più grande senza dubbio. Dalle sue prove d'orchestra, che ho seguito
moltissimo, e dalle sue lezioni ho capito almeno metà di quello che oggi so
sulla mia "missione" e sul mio apprendistato artistico.
Poi il mio primo maestro Ferruccio Marotti, studioso insigne di storia
del teatro: lui mi ha fatto conoscere lo spettacolo alle sue radici e ho avuto
l'onore di far parte del gruppo che fondò a Bologna negli anni '70, la Scuola
dell'Antropologia teatrale. Ma vi sono anche interpreti: ricordo per esempio di
essere rimasto molto impressionato dal volto e dalla mimica di Julia Gersteva
(con lei ho girato il Werther di Massenet, con la regia teatrale
di Liliana Cavani); proprio lei ha ispirato, o almeno rafforzato, un mio
modo di filmare l'opera che è basata su molti primissimi piani, perchè la
maschera del grande attore racconta spesso molto più di una complessa
coreografia. Poi ci sono artisti del pop che mi hanno insegnato moltissimo:
De Gregori per esempio con cui ho collaborato molti anni e che proprio in
questi giorni ho rivisto con grande piacere; poi l'immenso Ray Charles, B.B.
King e tanti altri.
Ma poi, rammento in modo disordinato, come dimenticare i Solisti Veneti
con Claudio Scimone uomo di una cultura inarrivabile, unita ad una
sobrietà quasi imbarazzante? So di far torto a molti perchè non posso citarli
tutti uno ad uno... e che dire dei Maestri dell'isola di Bali con cui ho
vissuto a tu per tu per più di un anno, l'anno forse più importante della mia
vita? Domanda semplice la sua, ma risposta impossibile per me. E ci sono anche
quelli che non ho neanche mai conosciuto di persona... la mia tecnica per creare
il progetto di regia nasce da un metodo che usava Von Karajan.
8) C'è differenza tra la produzione di video per la musica
leggera e per la musica classica-lirica? Se parliamo di registrazioni dal vivo che sono una delle mie specialità,
la differenza sta nello spettacolo più che nel mio approccio creativo e
produttivo.
Il concerto pop ha una sua dimensione di improvvisazione che il regista del
video deve in qualche modo prevedere (sembra una contraddizione ma non lo è) e
gestire durante la ripresa live.
L'opera lirica ha invece una forma, una recitazione e dei movimenti scenici
perfettamente definiti in tutti i dettagli. Questo significa in parole povere
che in un concerto rock io debbo lasciare un certo spazio di libertà ai
cameramen, che mi propongono determinate situazioni anche in base a quello che
accade sul palco; mentre nell'opera registro un video dell'antegenerale e della
generale, lo studio accuratamente con i miei assistenti musicali e di regia e su
questo decido tutte - e dico proprio tutte- le inquadrature che gli operatori
dovranno fare per me. Alla base però, che sia pop o classica, c'è la guida
della musica, perchè, se la sai ascoltare, è proprio la musica stessa che
guida non solo il direttore d'orchestra, ma anche gli artisti sulla scena, il
regista teatrale e infine il regista televisivo, che altro non è che un
documentarista.
9) Quali aspetti devono essere tenuti in considerazione per
fare un buon video?
Più che regole tecniche vi sono considerazioni basilari di ordine
artistico che vanno tenute presente. Ho appena parlato di approccio da
documentarista. Io credo fermamente che, in campo musicale, il regista video
dovrebbe avere l'umiltà di capire che non è lui il protagonista del film. Questa
è la base di partenza. Se non si comprende questo credo che il prodotto che ne
uscirà sarà come minimo scadente e autoreferenziale, cioè presuntuoso e stupido.
Partiamo quindi dal presupposto che è la musica a guidarti; allora quello che
serve per fare un buon video (a parte il buon soggetto, ovviamente) sono delle
qualità innate: sensibilità e spirito di osservazione.
Poi, per creare un buon piano di regia, io studio la partitura nota per nota e
faccio uno studio accuratissimo di quello che accade in scena: il movimento e la
mimica dell'attore, la stessa interpretazione del direttore d'orchestra e del
regista teatrale. Noi dobbiamo mostrare quello che accade in scena e che il
pubblico in sala spesso non riesce a vedere o a capire. Il più grande
complimento che mi sia mai stato fatto fu da parte di una grande regista (il cui
nome taccio) della quale ripresi lo spettacolo: "è meglio il video della mia
messinscena". Questo significava che, con il mio approccio e i miei mezzi, ero
riuscito a mostrare proprio quei dettagli che la regista avrebbe voluto nello
spettacolo dal vivo, ma che la distanza tra palco e pubblico non permettono di
cogliere.
10) Che tipo di video ha realizzato? Davvero di ogni genere.
11) Cosa richiedono, in genere, le agenzie liriche che si
rivolgono a lei? Le richieste sono sempre assai generiche. Potrei rispondere in un altro
modo riformulando la sua domanda: cosa mi piacerebbe che mi chiedessero i miei
committenti (che più spesso sono teatri o produttori o i network televisivi) ?
Io penso di essermi distinto in questi anni soprattutto per la serietà e la
sensibilità, per l'accuratezza del mio lavoro e per non essermi mai piegato alle
mode e raramente alle logiche commerciali di mercato. Questo vorrei che mi
riconoscessero e per questo vorrei essere cercato. Io sono un regista classico,
non cerco il clamore. Tra l'altro chi mi conosce sa che io godo di molta stima
tra gli artisti con cui ho lavorato perchè il mio rispetto e dedizione per la
musica e per i musicisti sono totali.
12) Da regista oggi lei è diventato anche produttore. Perchè questa scelta? Sono tanti i motivi. Da un lato è una logica evoluzione in un mondo
produttivo dove tutto è cambiato negli ultimi cinque sei anni. Del resto dopo
aver filmato più di duecentocinquanta concerti e spettacoli mi sono detto che
forse sarei stato in grado di produrre da solo un DVD o un video musicale. Poi
c'è la cronica diatriba tra le figure di regista e produttore che ultimamente
portava sempre più spesso a disaccordi e a compromessi inaccettabili, anche per
le riduzioni di budget che ti costringono a rinunciare alle risorse
indispensabili per realizzare dei buoni prodotti; allora mi sono detto che se
proprio si doveva rinunciare a qualcosa, quel qualcosa dovevo deciderlo io in
prima persona per non penalizzare il risultato finale. Ma l'idea che mi propongo
in futuro è di autoprodurre totalmente alcuni miei film: per ora è utopia, ma io
sono uno che non molla mai! Il progetto Opera Video nasce per questo.
13) Come definirebbe la sua impresa Opera video? Utopia e visionarietà. Oggi nel settore della cultura siamo in piena
guerra. Chi si collega al nostro sito però trova come prima cosa una frase di
Jorge Amado che io amo incondizionatamente e che ripeto allo sfinimento
perchè esprime profondamente il senso della nostra missione nell'arte: "I nostri
eroi non sono soldati, sono due poeti. La nostra arma è la poesia, per questo
non siamo mai sconfitti."
Ricordiamo ai soci di Liricamente (ordinari, premium e sostenitori) che
abbiamo una convenzione particolare con Opera Video: sconto di Euro
100,00 per la produzione di VideoBook.
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