In breve: Questa mattina i medici dell'ospedale Garibaldi di Catania hanno diagnosticato la morte celebrale, avvenuta dopo otto giorni di coma dal giorno dell'incidente in vespa, avvenuto il 27 agosto, che gli aveva causato numerosi traumi. Camera ardente allestita nel foyer del Teatro Massimo Bellini di Catania.
Lunedì
5 settembre, dopo otto giorni di coma, all'età di 43 anni è morto il tenore
Salvatore Licitra.
Probabilmente a causa di un malore, il 27 agosto, ha perso il controllo della
sua Vespa e si è schiantato a Donnalucata, frazione di Scicli (Ragusa).
Soccorso e trasportato all'ospedale "Garibaldi" di Catania, fin da subito le
condizioni sono apparse molto gravi e questa mattina i medici ne hanno
diagnosticato la morte celebrale. Successivamente i familiari hanno disposto
l'espianto degli organi.
Diplomato ai Corsi Verdiani a Parma, debuttò nel 1998 in Un ballo in
maschera di Giuseppe Verdi. Il successo internazionale
arrivò nel maggio del 2002, quando sostituì Pavarotti al
Metropolitan Opera, nel ruolo di Caravadossi in
Tosca.
«La notizia della prematura scomparsa di Salvatore Licitra mi lascia
costernato», ha commentato Riccardo Muti ricordando
l'amico tenore: «Era un artista a cui mi legava una affettuosa amicizia
maturata in moltissime collaborazioni in teatro e in disco».
«Come ormai tutti si temeva Salvatore Licitra è morto. Al di là dei
suoi reali valori artistici credo che faccia male perdere lungo il nostro
cammino musicale chi è tanto piu' giovane e aveva davanti ancora tanta musica da
interpretare. Al Rosetum lo ebbi tra i ragazzi della lirica che cercavano un
trampolino per incontrare il pubblico e lo portai con me al mio primo Festival
Filippeschi, assieme ad altri tenori che hanno poi calcato palcoscenici nel
mondo. Faceva fatica a dominare la sua esuberanza, a contenere la spontaneità
della sua forza, anche fisica, a imbrigliare l'immenso dono ricevuto dalla
Provvidenza. Un dono che gli ha permesso di approdare ai massimi livelli e di
raccogliere soddisfazioni a tanti negate, non senza sacrifici. La morte lo ha
colto in un momento di esuberanza, mentre testimoniava quella sua mediterranea
gioia di vivere senza sapere, come nessuno di noi sa, chi lo aspettava dietro
l'angolo buio in una notte piena di stelle. Ciao, Salvatore, nuovo cantore
tra gli angeli. Ci vedremo lassù e ti riascolteremo nella gioia della luce.» Daniele Rubboli
Liricamente.it utilizza cookie, anche di terze parti. Se vuoi saperne di più o negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie clicca qui. Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina o cliccando qualunque suo elemento acconsenti all'uso dei cookie
Leggi tuttoOk