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FINALMENTE A PISA L'OTELLO DI VERDI

Redazione Liricamente, 14/02/2013

In breve:
Venerdì sera e domenica pomeriggio Teatro Verdi il capolavoro verdiano in un nuovo allestimento onirico e innovativo, ricco di effetti raffinati, firmato da Enrico Stinchelli. Dirige Claudio Maria Micheli, nei tre ruoli principali Antonello Palombi, Carlo Guelfi e Cinzia Forte. Biglietti esauriti da tempo.


PISA. La prima volta a Pisa fu il 18 febbraio 1894, dirigeva Arturo Toscanini; l'ultima volta fu 19 marzo 1967, dirigeva Manno Wolf Ferrari; nel mezzo, sette allestimenti a distanza di anni l'uno dall'altro, e con un'edizione memorabile nella storia cittadina, quella del 1901, con Titta Ruffo nel ruolo di Jago: stiamo parlando dell'Otello verdiano, in scena questo week end (venerdì 15 febbraio ore 20.30 e domenica 17 febbraio ore 16) in un Teatro Verdi completamente esaurito da settimane, a quarantasette anni di distanza dall'ultima rappresentazione. 

Penultimo capolavoro di Giuseppe Verdi su libretto di Arrigo Boito dalla tragedia omonima di Shakespeare, Otello debuttò alla Scala il 5 febbraio del 1887, affermandosi subito per l'eccellente costruzione drammaturgica, per il profondo scavo psicologico dei personaggi, per il tessuto musicale in continua evoluzione, per l'assoluta maestria verdiana nel giocare con le convenzioni musicali, evocandole per stravolgerle, per le sperimentazioni che la pervadono, a partire dal principio strutturale della forma ‘aperta'.  Un capolavoro che prelude già al ‘900, quel ‘900 che Verdi poi precorrerà definitivamente e appieno con la sua ultima opera, non a caso ancora su soggetto shakespeariano: Falstaff.

È una nuova produzione del Teatro di Pisa, realizzata in collaborazione con Latina Opera Events, quest'Otello così atteso, degno omaggio al bicentenario della nascita di Verdi. Un Otello integrale, nella partitura scaligera del 1887, con la riapertura dei tagli d'uso, compreso il grande concertato; un Otello totalmente rispettoso del dettato verdiano e insieme scenicamente innovativo grazie a un sapiente e raffinato uso di proiezioni in 3D, di colori, di giochi di luce; un Otello quasi cinematografico, dove spicca la modernità del mefistofelismo di Jago. Firma regie e scene Enrico Stinchelli, il popolare conduttore radiofonico della “Barcaccia”, vera e propria trasmissione “cult” per tutti gli appassionati d'opera, e insieme musicista, scrittore, organizzatore di eventi artistici e regista d'opera; il Maestro direttore e concertatore è Claudio Maria Micheli, di casa all'Opera di Roma e al Parco della Musica, oltre che nei massimi teatri nazionali e internazionali, Targa d'oro "Mario Del Monaco" e Targa d'oro "Ferruccio Tagliavini" per la sua attività artistica; di alto livello gli interpreti principali: Otello è il tenore Antonello Palombi, vero protagonista della scena internazionale che, fra i suoi ruoli di successo, vanta proprio anche quello di Otello, intrepretato negli anni in molti importanti teatri come Montecarlo, Melbourne, Varsavia, Cincinnati, Wroclaw); nel ruolo di Jago il baritono Carlo Guelfi, considerato il miglior baritono della sua generazione, riconosciuto sulla scena internazionale come interprete di riferimento del repertorio verdiano e verista, e che proprio con il ruolo di Jago inaugurò la stagione 2004/2005  al Metropolitan di New York; debutta il ruolo di Desdemona il soprano Cinzia Forte, fra le più affermate interpreti del belcanto italiano, protagonista nei massimi teatri lirici italiani ed esteri, dalla Scala di Milano al Covent Garden di Londra.

Cassio è l'ottimo tenore Cristiano Olivieri; Roderigo è il tenore Angelo Fiore; nei ruoli di Lodovico, Montano ed Emilia tre giovani interpreti provenienti dall'esperienza del progetto Opera Studio: il basso Emanuele Cordaro, il basso Juan Josè Navarro e il mezzosoprano Valeria Sepe.  Orchestra Arché, Coro del Festival Puccini preparato dal Mº Leonardo Andreotti, interventi coreografici della Imperfect Dancers Company e firmati da Walter Matteini. I costumi sono firmati Latina Opera Events e Atelier Il Sipario; il disegno luci è di Gerald Agius Ordway.

 

 

 

 
 
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