Il mese di maggio è vicino, ma il Maggio Musicale Fiorentino sembra temerne l'arrivo, o meglio, la fine di aprile.
Le voci che vedevano il Maggio Musicale Fiorentino chiudere i battenti a fine
aprile sono sospese, ma il pensiero rimane. Il commissario Francesco
Bianchi, entrato in carica il primo febbraio, a marzo ha spiegato che
il bilancio consuntivo 2012 del Maggio Musicale fiorentino ha chiuso con una
perdita di tre milioni e che il preventivo del 2013 chiuderà con una perdita
superiore a 5,5 milioni. Il debito consolidato ammonta a 35 milioni mentre il
valore di produzione dell'azienda del Maggio supera di poco i 30 milioni: "Un'azienda
così in nessuna parte del mondo può reggere". Oltre ai tagli, Bianchi
ha anche chiesto un sostegno maggiore ai cittadini e ai privati.
Numerosi sono stati gli appelli e le dimostrazioni di solidarietà da parte di
nomi illustri del panorama musicale e culturale mondiale, premendo sul dovere
morale dello Stato affinchè si impegni a sostenere concretamente il Maggio
Musicale Fiorentino.
Nell'Italia dei diritti senza doveri queste espressioni di solidarietà da una
parte sono certamente encomiabili, ma lasciano un sapore amaro in bocca, perché è dal
1999 che il Maggio Musicale Fiorentino non ha un pareggio di bilancio (tutti lo
sanno, ma nessuno lo dice), è dal 1999 che i dirigenti, le “stelle” della musica
etc. si spartiscono cachet da record (tutti lo sanno, ma nessuno lo dice) e
oggi, con un buco da 35 milioni di euro questi personaggi avvertono il dovere
morale di sostenere la Fondazione. Ma dov'era il loro “dovere morale” di
denuncia dello sperpero di denaro pubblico quando accondiscendevano a compensi
stellari?
Anche in questo caso tutti invocano il dovere dello Stato a tamponare il
buco. Se da una parte è giusto che lo Stato investa sulla cultura, dall'altro
non è assolutamente morale che favorisca gli sprechi e le gestioni scriteriate.
Il tempo delle parole è finito, ora contano i fatti: lo
Stato non potrà evitare di
compiere la sua parte di dovere, vista la situazione di crisi che imperversa, ma
sarebbe auspicabile che chi ha approfittato in passato di certi "privilegi"
moderi il suo operato e si impegni subito a cambiare il sistema. Sono da
promuovere e lodare coloro che concretamente danno un sostegno economico,
attraverso donazioni, rinunciano a cachet eccessivi o diritti discutibili e
garantiscono una maggiore produttività.
Stare ad aspettare “il miracolo” non serve, bisogna rimboccarsi le maniche e
darsi da fare senza ma e senza se, con la piena convinzione che il
futuro di Firenze e dell'Italia non esiste senza il Maggio Musicale Fiorentino,
ma il Maggio Musicale Fiorentino e tutte le fondazioni liriche italiane hanno il dovere di produrre “cultura
sostenibile” per assicurare un futuro anche alla cultura, all'arte e
agli artisti del domani!
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