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Recensione dell'opera Mefistofele di Arrigo Boito dal Teatro Regio di Parma

guglielmo novalis, 06/06/2013

In breve:
Ah! Voglio 
Che questo sogno 
Sia la santa poesia 
E l'ultimo bisogno 
Dell'esistenza mia. 
Voglio che questo sogno 
Sia la santa poesia 
Dell'esistenza! (Mefistofele, Arrigo Boito)


Iniziativa musicale e culturale di tutto rispetto quella del Teatro Regio di Parma e dell'associazione benefica Parma nel Cuore, proporre un'opera che si vede assai raramente sui cartelloni italiani: Mefistofele di Arrigo Boito.

Ovviamente abbiamo assistito alla versione di due ore (la prima di circa cinque e di chiara impronta wagneriana era stata accolta dai fischi in Scala alla sua prima rappresentazione nel 1868), e si capisce in un certo qual modo perché sia un'opera non “frequentatissima”. Ci sono al suo interno brani di indubbio valore musicale, il primo finale per esempio, l'aria proverbiale del basso e anche quella del soprano, ma molte volte ci sono anche momenti “puramente chiassosi”.

Il Maestro Pietro Mianiti ha condotto l'orchestra dei Musici di Parma con polso fermo ed efficacia, delineando una musica sempre vigorosa e virile, e donando a questo Mefistofele una grande dignità. Sensibile e davvero eccellente la capacità del maestro di accompagnare il canto dei solisti, un direttore attento alle voci è merce rara oggi...

Carlo Colombara era Mefistofele, ed è stato il leone della serata, dando sfoggio di una voce da basso italiano di qualità altissima, con centri incredibilmente a fuoco e sonori e gravi eccellenti, peccato per alcuni acuti, non ugualmente sicuri se paragonati al resto della gamma. E' da sottolineare  la sua presenza scenica, la sua interpretazione focosa e l'esperienza più che trentennale sui più importanti palcoscenici mondiali. E' lui e solo lui. Tra lui e tutti gli altri regna l'abisso....

Il tenore Giovanni Manfrin ha dato voce a Faust, una voce dagli acuti piazzatissimi, ma cantante meramente desolante dal punto di vista interpretativo.

Daria Masiero ha interpretato Margherita, le ha donato la sua voce sontuosa  e lirica, ma pur essendo cantante di pregio non fa centro a livello interpretativo. L'aria, per esempio, è stata cantata con languore materno, quando invece Margherita è già impazzita e sta delirando: più una Suor Angelica pucciniana che una Margherita... 

Preparatissimi Eugenio Masino, Giacomo Gandaglia, Erica Beretti, e Leonora Sofia,  e con loro il coro Aurea diretto da Emiliano Esposito e il coro di voci bianche Ars Canto diretto da Gabriella Corsaro.

Tutti vengono accolti con ovazioni sincere da parte del pubblico, fino allo scoppio finale per Carlo Colombara. 

 

 
 
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