La cavità di risonanza nella Classificazione Vocale e nella scelta del
Repertorio
Tre sono le considerazioni basilari:
- la voce cantata si forma, come è noto, per vibrazione delle
strutture laringee (sulla spinta del fiato espiratorio) ma anche per
amplificazione da parte delle cavità di risonanze. Quindi sono due le strutture
coinvolte nella classificazione vocale:
- la conformazione cordale;
- la conformazione del tratto vocale a parità di importanza.
La sola costituzione cordale non è sufficiente a determinare l'inquadramento
vocale.
- la struttura anatomica condiziona alcuni elementi della vocalità,
ma le proprietà biologiche (es.: elasticità, forza contrattile, consumo
energetico, resistenza etc.) sono soggette ad evoluzione e a variazioni nel
tempo di maturazione fisica (sviluppo biologico), inoltre secondo il tempo di
esercizio (apprendimento di tecnica vocale). Infatti qualsiasi abilità
connaturale, se non esercitata in tempi determinati, tende a perdersi.
- l'apparato vocale è soggetto ad evoluzione biologica (come già
detto) sino a 30-33 anni mediamente. Nel giovane studente la definizione della
vocalità in età giovanile spesso non corrisponde all'età futura.
È proprio
la capacità di leggere nella potenzialità in sviluppo, cioè nella
evoluzione possibile dei due elementi citati, che
il medico esperto aiuta ad
inquadrare la vocalità futura, anche dinanzi a condizioni apparentemente in
contrasto con una valutazione acustica se è un unico metro di valutazione (es.:
autentico soprano lirico leggero?). Oppure per favorire una scelta ponderata di
studio e repertorio per voci, così dette, bivalenti (es.: baritenore).
Ecco perché
l'inquadramento corretto della appartenenza vocale e nel giusto
tempo di attività o studio è necessario per:
- evitare tempo perduto e spese;
- imparare una tecnica di canto che sviluppi tutte le potenzialità;
- per accedere a più repertori possibili o, viceversa, non affrontare repertori
inadatti che angosciano la vita professionale e conducono a patologie;
- preparare una buona o ottima vocalità per l'età matura e per i tempi
successivi;
- assistere correttamente gli allievi, nella eventualità di insegnamento.
Nell'affrontare il tema della appartenenza vocale occorre avere chiaramente
presenti i contenuti fisici del suono:
- altezza (nella vocalità i “toni”, la “tessitura”);
- intensità (nella vocalità, il “volume”);
- timbro (nella vocalità il “colore” e come correlati lo “squillo” la corsa”
etc.).
1)
L'altezza del suono è determinata dalla costituzione delle corde vocali (CCVV)
in lunghezza, larghezza, spessore, ma anche elasticità, capacità contrattile
(FIG.1):
Nella valutazione devono anche aggiungersi: durata di contrazione, costituzione
istologica (epitelio) ed eventuali segni anomali.
Tutti questi elementi sono fortemente indicativi delle appartenenze ad una
tessitura e di possibile repertorio, ma non sono sostanziali, se non si
considerano gli altri due costituenti del suono.
Genericamente si può valutare la lunghezza delle corde correlata al registro
acuto, se corte, alla registro grave. La larghezza sostanzialmente è indice di
abilità in registro sovracuto ed agilità. Lo spessore correla a intensità di
contrazione, intensità del suono.
La stroboscopia, attraverso lo studio dell'“onda mucosa”, informa circa la
“disponibilità” dell'epitelio alla infiltrazione edematosa ed il luogo di
rischio per eventuali
patologie.
L'aspetto vascolare informa circa la facilità alle ectasie venose; i depositi
ricorrenti di muco ai luoghi predisposti ai precontatti ed in conseguenza agli
ispessimenti.
2) L'intensità è proporzionale non tanto al fiato, come si crede comunemente, né
alla “forza” muscolare delle corde, ma al rapporto fra la tensione elastica
delle corde e il flusso respiratorio (a sua volta dipendente dalla tensione
muscolare dei m. m. respiratori).
Quanto più il rapporto è uguale a uno (cioè le due forze si equivalgono), tanto
più è valido il volume del suono.
Il seguente schema sintetizza l'intensità di un flusso espiratorio in rapporta
alla forza contrattile vocale e alla pressione sottoglottica, espressione della
gestione dei muscoli respiratori (FIG.4).
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3) Ma non basta. La voce a livello di vibrazione cordale (fondamentale, voice
source, fo) sarebbe inudibile se non fosse amplificata da multipli di armonici
che si formano nel vocal tract intanto che viene percorso dal suono.
Esso è lo spazio che si estende dal piano glottico alla punta delle labbra.
È detto anche tubo fonatorio o cavità di risonanza ed è formato:
- dal vestibolo laringeo a forma di tronco di cono, delimitato dall'epiglottide;
- dalla faringe estesa dalla radice linguale al retronaso;
- da tutta la cavità orale;
- dallo spazio labiale, variabile secondo le diverse vocalizzazioni (FIG.
5-6-7-8).
Più ancora gli armonici sono gli elementi essenziali nella costituzione del
colore e rinforzano i singoli toni prodotti dalle corde vocali e rendono udibili
ed esteticamente validi i toni estremi di tessitura (ciò può permettere la
estensione di repertorio).
La loro presenza, la qualità dei loro raggruppamenti,
può conferire “squillo” e favorire proiezione, superando il “muro della
orchestra”. Infine sono essenziali per l'identificazione verbale dei fonemi
vocalici del linguaggio (AEOIU).
È dunque evidente l'enorme influenza delle cavità di risonanza nella
identificazione della voce cantata, in modo paritetico alla conformazione
cordale. Una diagnosi di appartenenza deve inevitabilmente superare la
valutazione di tessitura (conformazione cordale), per valutare capacità di
amplificazione, colore interpretativo, variazioni tecniche ed altro.
Il vocal tract presenta una estrema variabilità legata alla peculiarità
strutturale di ciascun uomo, quindi conferisce al suono vocalico armonici
assolutamente singolari e specifici (unicità di ogni singola voce).
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