"L'educazione musicale in Italia deve diventare un momento importante che
accompagna i ragazzi dalla scuola elementare in avanti e deve diventare la
nostra bandiera a livello internazionale perchè fa parte della nostra cultura e
non dobbiamo più farci trovare all'ultimo posto in Europa come invece dimostrano
le attuali statistiche." così Francesco Ernani,
sovrintendente del Teatro Comunale di Bologna, ha concluso la nostra
piacevole intervista. Abbiamo conosciuto il dott. Ernani in occasione del
concorso di canto lirico organizzato da O.M.E.G.A. nel marzo scorso a Firenze.
In poche righe ha espresso il suo pensiero circa lo stato dell'arte dell'opera
lirica in Italia indicando qual è il metodo da adottare per risollevare i teatri. E'
stato presidente dell'Associazione Opera Europa e ciò gli ha dato modo di
conoscere e da vicino come funzionano i teatri in Europa e nel resto del mondo.
Ha vissuto sempre per il teatro, e ha maturato, iniziando da giovanissimo, una
crescita professionale tale da fargli apprendere come si deve gestire una
Fondazione lirica, ben consapevole delle grandi responsabilità che tale ruolo
implica.
1) Dott. Ernani, cosa ne pensa della situazione dei teatri in
Italia? Perchè stiamo andando alla deriva? Cosa propone per cambiare la rotta?
Nel 1991 quand'ero a Genova, scrissi un libro "La repubblica degli enti
lirico-sinfonici" (ed. UTET) in cui descrivevo la situazione degli
allora 13 Enti lirici che dovevano gestire il passaggio da Ente a Fondazione di
natura privata con tutti i problemi che ne sarebbero derivati. Allora, come
oggi, continuo a sostenere che bisogna mantenere l'investimento pubblico sul
bene culturale del teatro d'opera in Italia, perchè la cultura è un beneficio:
può attrarre turismo internazionale, dare occupazione ai giovani che frequentano
i conservatori musicali e le accademie d'arte.
Sto preparando un nuovo libro in cui metto in rilievo l'importanza del
finanziamento pubblico per ridare la vita culturale che porta interessi
all'economia del Paese e anche a tutto l'indotto che essa produce.
2) Il finanziamento dev'essere solo pubblico oppure anche
privato? E perchè il privato in Italia non investe? In Italia
l'investimento del privato è meno agevolato rispetto agli Stati Uniti in cui è
prevista la detassazione per i privati che sostengono la cultura e i teatri.
In Italia solo da poco tempo è stata introdotta un'esenzione per chi finanzia la
cultura, che però deve sottostare a particolari criteri. Questo provvedimento
dovrebbe iniziare a portare qualche beneficio, pur essendo comunque un momento
difficile per tutto il Paese.
3) Voglio essere provocatoria: se un privato decide di finanziare
la cultura, deve però avere la certezza che le risorse investite portino un
ritorno e siano gestite in modo ottimale e produttivo, non sprecate.... Come
funzionano i teatri in Italia? Sono produttivi? Questa è una
domanda importante. Come funzionano i teatri? Dipende dalle persone che sono
chiamate a gestirlo! Una recente riforma ha dato maggiori poteri al
sovrintendente e al consiglio di indirizzo con rappresentanti del Comune, della
Regione e dello Stato e i privati che finanziano il teatro. E' quindi
importante scegliere le persone giuste che sappiano guidare una macchina così
importante per l'attività e l'immagine del nostro Paese.
Io sono stato il primo presidente dell'Associazione Opera Europa e mi sono
accorto che in Germania i teatri lavorano tutti in un certo modo, i Comuni, le
Regioni e lo Stato investono nei teatri d'opera e di prosa che funzionano molto
bene. La produttività è elevata e il pubblico risponde positivamente, quindi ne
deriva che l'investimento pubblico dà risultati importanti in termini di ritorno
culturale.
L'indagine che avevo condotto sull'investimento pubblico per la musica
stanziato dai vari Paesi, ha evidenziato che l'Italia è all'ultimo posto in
Europa! Se lo Stato, le Regioni e i Comuni non comprendono l'importanza del
finanziamento culturale nel campo della musica, noi non riusciamo a mantenere il
prestigio delle nostre istituzioni, dei nostri teatri che hanno fatto la storia
del teatro d'opera nel mondo e che attraggono ancora oggi il pubblico di tutto
il mondo!
4) Mi ricollego a quanto ha detto su come funzionano i teatri
all'estero e apro una nuova provocazione: in questi mesi Liricamente sta
intervistando giovani professionisti dell'opera, molti di loro ci hanno
raccontato che per iniziare la carriera hanno dovuto fare un'esperienza
all'estero, in particolare in Germania, perchè c'è l'opportunità di lavorare in
modo continuativo in teatro e fare una buona gavetta. Perchè i giovani sono
costretti a partire dall'estero? Perchè in Italia le istituzioni liriche non
danno questa opportunità? In Italia ci sono 14 Fondazioni
Lirico Sinfoniche che operano nei termini che tutto conoscono. Ciò che è
importante è come aumentare il livello di produttività del teatro. Sarebbe
necessaria anche un'alleanza tra le varie istituzioni che operano nel territorio
e anche fuori dal territorio. Quando ero presidente di Opera Europa ho avuto
contatti anche con Marc Scorca direttore generale di Opera
America e ho avuto modo di constatare che negli altri Paesi si fanno documenti
di alleanze tra teatri e istituzioni e si fanno attività di sostegno affinchè
orchestra, coro e corpo di ballo abbiano la stabilità di un impiego,Â
girando in altri teatri nel mondo. Quando ero alla Scala, ricordo il grande
successo che ebbe il nostro corpo di ballo della Compagnia della Scala a New
York. Furono applauditi per un quarto d'ora. C'era Luciana Savignano che danzava
come étoile e Carla Fracci come étoile ospite. Abbiamo questa grande carta della
cultura che dobbiamo utilizzare e sfruttare per superare questo momento
difficile.
Abbiamo oltre 50.000 giovani iscritti negli oltre 80 conservatori
italiani a cui dobbiamo dare, una volta diplomati, la possibilità di trovare un
impiego.
5) Lei ha parlato di produttività del teatro. Qual è la ricetta
per rendere un teatro produttivo? Chi è chiamato a guidare un
teatro deve conoscere bene la struttura operativa del teatro: orchestra, coro,
corpo di ballo, tecnici, laboratori, tecnici di produzione, servizi di
palcoscenico e vedere come poter produrre con la maggior efficienza possibile e
capire la qualità del servizio che si può offrire in base alle risorse di cui si
dispone. Queste competenze non si devono "scoprire", ma si devono già avere,
al massimo si possono "perfezionare", quindi alla guida di un teatro non ci si
può improvvisare, ma bisogna avere specifiche competenze.
Io, nella mia vita a servizio del teatro, ho avuto la fortuna di iniziare da
giovanissimo e lavorare come comparsa all'Arena di Verona, ho fatto poi il
direttore amministrativo, il direttore del personale alla Scala di Milano, il
segretario generale e solo alla fine il Sovrintendente. Del teatro conosco tutto
ciò che si deve conoscere per guidarlo nel rispetto dei programmi e dei
progetti. Ciò che più conta è il rispetto dell'uso delle risorse che vengono
messe a disposizione dai soci fondatori di diritto Stato, Comune e Regione e
dalla capacità di attrarre investimento privato.
6) La competenza non si può improvvisare... No,
infatti, ad una cena di Opera Europa, che abbiamo fatto lo scorso anno qui a
Bologna, c'erano i sovrintendenti di molti teatri tedeschi e francesci e tutti
vantavano una gavetta diretta sul campo.
7) Anche nel privato nelle aziende di eccellenza si opera in
questo modo: si parte dalla gavetta per raggiungere i vertici.
Dobbiamo perseguire questi obiettivi e far capire agli organi deliberanti che i
teatri devono essere affidati a persone che abbiano le competenze e le capacità
di governare e guidare l'istituzione anche in tempi di grande depressione come
quella che stiamo vivendo oggi. C'è da fare economie, ma c'è da produrre anche
di più, quindi è necessario conoscere molto bene come si costituisce
un'orchestra, un corpo di ballo... Sono venuti a trovarmi con molta
preoccupazione alcuni ballerini di un'ente, che sta per eliminare il corpo di
ballo. Onestamente mi rammarica vedere che chi è chiamato a decidere di risanare
un'istituzione pensa di risolvere il problema riducendo gli organici anzichè
perseguire altre economie.
8) Quali sono un suo pregio e un suo difetto? Il
mio pregio è quello di aver dato sempre tutto al teatro e di continuare anche
adesso a studiare ancora per il teatro. Il difetto è quello di aver
trascurato la famiglia per troppo amore verso il teatro.
9) Diamo un messaggio di speranza... Cosa offrono il teatro, la
musica, la danza, l'arte? Perchè dobbiamo investire nel teatro?
Io penso che i veri valori della nostra vita sono quelli dell'animo e dello
spirito: la musica rappresenta uno di questi valori perchè può accompagnare e
far superare gli ostacoli della realtà quotidiana che non è sempre facile. Il
messaggio che voglio dare anche a chi ci governa è che l'educazione musicale in
Italia deve diventare un momento importante che accompagna i ragazzi dalla
scuola elementare in avanti e deve diventare la nostra bandiera a livello
internazionale perchè fa parte della nostra cultura. Non dobbiamo più farci
trovare all'ultimo posto in Europa come invece dimostrano le attuali
statistiche.
Noi la ringraziamo per la sua disponibilità e per il messaggio positivo che
ci ha offerto.
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