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Recensione opera Il barbiere di Siviglia di Rossini al Teatro Giglio Lucca

Silvia Cosentino, 24/10/2009

In breve:
Sabato 17 ottobre il Giglio di Lucca ha dato inizio alla Stagione Lirica 2009-2010 con Il barbiere di Siviglia, allestimento dell'Opera Giacosa di Savona in coproduzione con il Donizetti di Bergamo, il Sociale di Rovigo e lo stesso teatro toscano.


(Clicca sulle immagini per allargarle - Foto di Luigi Cerati, per gentile concessione del Teatro del Giglio)

Sabato 17 ottobre il Giglio di Lucca ha dato inizio alla Stagione Lirica 2009-2010 con Il barbiere di Siviglia, allestimento dell'Opera Giacosa di Savona in coproduzione con il Donizetti di Bergamo, il Sociale di Rovigo e lo stesso teatro toscano.

Domenico Colaianni, nel ruolo di Bartolo Recensione Barbiere di Siviglia Teatro del Giglio di Lucca

Un gruppo di interpreti complessivamente gradevoli va a salvare l'andamento di uno spettacolo fiaccato da scelte registiche (Francesco Torrigiani) e scenografiche (Greta Podestà) poco pertinenti e lontane dalla freschezza del capolavoro rossiniano. La dimora di Don Bartolo è rappresentata da una torre chiara le cui pareti vengono aperte e chiuse più volte (fin troppe, tanto da far risultare monotono il movimento) per scoprire o celare un interno dai colori pastello. Elemento ricorrente è quello del mare: i costumi "pirateschi" (anch'essi di Podestà) di Figaro e del coro, le buffe caravelle-zattere con cui i personaggi si spostano, oggetti come il cannocchiale, il forziere e lo spazzolone per pulire il ponte, fino al forte riferimento su Ehi di casa... buona gente... " in cui i personaggi vanno a "formare" la prua di una nave agitata da un ipotetico mare in tempesta. Non si riesce a cogliere la ragione di questa scelta, se non un poco originale "riferimento a un mondo, quello di pirati e fanciulle da salvare, che tanto successo sta riscuotendo negli ultimi anni, specialmente in ambito cinematografico. Le luci si mantengono quasi sempre soffuse, giocate sul controluce nel fondale, in controtendenza con la vivacità della musica e il ritmo coivolgente nei momenti più comici. Le circa tre ore di spettacolo scorrono così lente, soprattutto il primo atto, di certo impegnativo per orchestra, cantanti e pubblico.

Una scena d'insieme: da sinistra, Gemmabella, Colaianni, Marsiglia, Calcaterra e Iori Recensione Barbiere di Siviglia Teatro del Giglio di Lucca

Su tutti, il baritono Domenico Colaianni va a risollevare le sorti della messinscena con il suo Bartolo macchiettistico, marionetta nei movimenti meccanici e clown nella mimica facciale; puntuale la sua performance canora, agile anche nei momenti più rapidi e incalzanti. Allo stesso modo divertente il basso Enrico Giuseppe Iori, Don Basilio buffo nella sua imponente solennità. Il contralto Annarita Gemmabella offre una Rosina dalle simpatiche smorfie, disinvolta in canto e recitazione, seppur poco consapevole nell'uso della gestualità. Postura statica, soprattutto nella prima parte, per Francesco Marsiglia, già apprezzato per il suo timbro tenorile, fin troppo possente per il ruolo del Conte d'Almaviva. Ancora una scena d'insieme Recensione Barbiere di Siviglia Teatro del Giglio di Lucca Il baritono Damiano Salerno convince nella resa della furbizia di un giovane e prestante Figaro: peccato trovarlo indisciplinato dal punto di vista mimico e in frequente difficoltà nel seguire il tempo del Maestro Elio Boncompagni. Suscita sorriso il giovane soprano Marta Calcaterra nel ruolo di una trasandata Berta, dalla voce sicura e gradevole. Nota dolente diffusa è quella dei recitativi, affrontati con eccessiva velocità da cui deriva un'inevitabile perdita di effetto "nelle parole pronunciate. Buona la prestazione dell'Orchestra Sinfonica di Sanremo e del Coro Pietro Mascagni di Savona, diretto da Franco Giacosa.

La fine del primo atto Recensione Barbiere di Siviglia Teatro del Giglio di Lucca Al di là dell'indiscutibile preparazione di alcuni fra gli interpreti, si accoglie la chiusura del sipario con un certo sollievo, dispiaciuti di aver assistito a uno spettacolo povero (al di là del significato economico del termine) nelle idee e nelle soluzioni, che rende poca giustizia alla genialità del suo compositore.
 
 
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