Mantova, città ricca di storia, di cultura e di musica, è stata recentemente
protagonista di un progetto musico-culturale di rilievo mondiale.
Il 4 e 5 settembre è stato girato il film musicale "Rigoletto a Mantova",
nelle ore e nei luoghi cui si è svolto il dramma composto da Giuseppe Verdi,
prodotto da Andrea Andermann, con la regia di Marco Bellocchio e la "cinematografia" di Vittorio Storaro, vincitore di 3 Premi Oscar.
Tratto dal dramma di Victor Hugo "Le roi s'amuse", che
descriveva senza mezzi termini le dissolutezze della corte francese e il
libertinaggio del re di Francia Francesco I, il librettista Francesco Maria
Piave, per raggirare la censura austriaca che ne avrebbe impedito la messa
in scena, decise di trasporre la vicenda a Mantova, nel XVI secolo.
Palcoscenico naturale di estrema bellezza, la città lombarda è diventata quindi
protagonista di questo colossal che è stato trasmesso in diretta e in differita
in 148 Paesi, raggiungendo circa un miliardo di persone in tutto il mondo.
Questo colossal è il terzo capitolo di una fortunata serie iniziata nel 1992 a
Roma, con il progetto di "Tosca nelle ore e nei luoghi di Tosca", alla
quale seguì qualche anno fa la "Traviata a Parigi".
Il primo atto è stato trasmesso sabato 4 settembre alle 20,30 da Palazzo Te,
la villa destinata alle feste del duca di Mantova, costruita nel ‘500
dall'architetto e pittore Giulio Romano per volere di Federico II
Gonzaga; il secondo atto è stato trasmesso domenica 5 alle 14 da Palazzo
ducale, residenza principale dei Gonzaga e il terzo atto è stato ripreso
alle 23.15 dalla Rocca di Sparafucile, antico presidio militare dei
Gonzaga.
In questa produzione il cast artistico è simile a quello della pluripremiata
Tosca: il direttore Zubin Mehta, l'Orchestra Sinfonica Nazionale Rai,
Placido Domingo, il grande tenore che dal Cavaradossi di Tosca
passa a un ruolo di baritono, appunto quello del protagonista, e Ruggero
Raimondi, già Scarpia, qui il sicario Sparafucile.
Hanno completato poi il cast il tenore Vittorio Grigolo, nei panni del
Duca di Mantova, il soprano russo Julia Novikova (Gilda), il
mezzosoprano Nino Surguladze (Maddalena), il basso Gianfranco
Montresor (Monterone), Giorgio Caoduro (Marullo),
Leonardo Cortellazzi (Matteo Borsa), Giorgio Gatti (Conte
di Ceprano), Caterina Di Tonno (Giovanna), Kassandra
Dimopoulou (Contessa di Ceprano), Mariam Battistelli (Paggio),
il Coro dei Solisti cantori diretto da Emanuela Di Pietro.
L'opera è stata eseguita in diretta con riprese video in alta definizione e
in luoghi diversi collegati tra loro. Gli interpreti hanno cantato e recitato
negli ambienti reali già citati mentre Mehta e l'orchestra erano posizionati nel
teatro Bibiena collegati in modo bidirezionale con monitor e altoparlanti
nascosti (una cinquantina): un sistema a fibre ottiche ha assicurato che non ci
fossero ritardi nell'arrivo del suono.
Per comprendere meglio i "retroscena" di questa impresa, per conoscere i
luoghi di Rigoletto e capire in che modo la città di Mantova è stata coinvolta
in questo progetto, abbiamo intervistato l'unico mantovano protagonista, nato e
residente appunto a Mantova, anche se ormai l'attività artistica lo sta portando
in tutto il mondo: il giovane tenore Leonardo Cortellazzi, che in questa
produzione ha vestito i panni del cortigiano Matteo Borsa, fido compagno
del Duca di Mantova.
1) Come sei stato contattato per fare questo progetto?
Io sono entrato a far parte di questo progetto grazie all'Accademia
della Scala, perchè nei mesi scorsi il produttore Andrea Andermann è venuto in Accademia, interessato al Coro. Ha chiesto consigli anche in merito alla scelta di un tenore giovane e telegenico per ricoprire il ruolo di Borsa e gli hanno suggerito il mio nome.
Avendo frequentato l'accademia, Andermann e Bellocchio mi hanno "provinato" e scelto.
2) Quanto ha inciso nella loro scelta il fatto che tu fossi di Mantova?
In realtà, anche se avevano la mia scheda, non credo che avessero ben
compreso che fossi mantovano.
La mia cittadinanza è emersa durante le prove perchè non solo sono di
Mantova, ma la mia famiglia gestisce il chiosco davanti a Palazzo Te, dove è
stato girato il primo atto, e tutti i protagonisti, compreso Domingo, venivano spesso a pranzare o a prendere
un caffè durante il tempo libero nel chiosco.
E' stato divertente perchè, quando potevo, anch'io davo una mano alla mia famiglia, pertanto i colleghi mi
hanno visto all'opera... non solo in scena, ma anche fuori: prima ero con loro
in costume d'epoca, e poi mi vedevano con il vassoio in mano!
Per me è stato bellissimo perchè per la prima volta nella mia vita ho potuto
lavorare a Mantova, in cui il mercato della lirica è pressochè nullo, e
poi ho potuto frequentare di più la mia famiglia, cosa rara per chi
fa questo mestiere!
3) Quando sono iniziati i lavori?
Il progetto è durato circa tre mesi, però non tutti sono stati coinvolti
fin da subito, ma c'è stato un crescendo di persone che hanno collaborato: ai
primi di giugno c'erano il regista, lo scenografo, il fotografo e i doppi dei
cantanti solisti costituiti da ragazzi del Conservatorio di Mantova che erano
stati selezionati per doppiare il ruolo dei protagonisti, in modo da avere un
"corpo" che fisicamente recitasse e potesse aiutare nelle tracce che sono state
seguite nella diretta dai cantanti, con alcune comparse e alcuni elementi del
ballo.
Col passare del tempo, è aumentato il numero dei personaggi coinvolti: per
esempio, io sono arrivato alla fine di luglio, e con me anche alcuni solisti e
gli artisti del coro. Poi, nei giorni successivi sono arrivate alcune
figurazioni, tutti i componenti del ballo. Infine, alle registrazioni avvenute nei giorni prima della diretta c'eravamo tutti.
In totale erano coinvolte un centinaio di persone dal lato artistico e un
centinaio di persone dal lato tecnico.
4) Da mantovano, che conosce bene il valore culturale di dei luoghi che
hanno ospitato le scene di questo Rigoletto, quali emozioni hai provato nel
cantare e nell'esprimere la tua arte in questi splendidi spazi?
Come ti dicevo prima, i miei genitori hanno un'attività commerciale davanti a
Palazzo Te, quindi lo conosco benissimo perchè ci giocavo fin da piccolo. A
Palazzo Te mi sentivo "a casa" ed ero orgoglioso di sapere che tutto il
mondo lo potesse conoscere attraverso la lirica, l'arte che è diventata la mia
vita.
Per quanto riguarda invece Palazzo Ducale, è stata per me una riscoperta
e una sorpresa bellissima perchè è un monumento che non frequentavo da alcuni
anni.
Non mancherò di tornare a visitarlo anche con più calma perchè è davvero
meraviglioso e ogni volta che vi si entra lascia sempre senza fiato, da tanto è
bello.
Sinceramente per me è stato un fattore di grande orgoglio sapere di vivere in
una città con delle strutture e dei monumenti di valore artistico così elevato e
ho avuto anche un po' di "rimorso" per non averne mai preso coscienza prima e aver
talvolta sottovalutato questa fortuna!
Il terzo atto si svolge a Sparafucile, una località che si chiama proprio
così, in cui sorge una rocca medievale, situata a pochi passi dal lago e dal
centro. Era un luogo colpevolmente abbandonato dal Comune ed era in totale
degrado, ma la Rada Film, a proprie spese e dopo anni in attesa di tutti
i permessi, l'ha completamente ristrutturato e lo lascerà gratuitamente al Comune
e alla cittadinanza, completo dell'arredamento utilizzato per il film.
Per Mantova questo progetto è stato grandioso perchè non solo sono stati
valorizzati monumenti che già erano noti e di grande impatto turistico, ma è
stato recuperato anche un nuovo elemento architettonico per la città.
In ogni caso, posso dirti che l'emozione della "mantovanità" l'ho provata più da
spettatore che da protagonista, cioè quando ho rivisto il video del film perchè
ho percepito quanto fosse importante questa "vetrina" per la città, perchè la
mondovisione ci ha portati in tutto il mondo. Molta gente, per esempio,
ignorava anche il fatto che a Mantova esistessero i laghi o che ci fossero
luoghi così suggestivi. Sono sicuro che questo progetto porterà molti turisti
nella nostra città.
5) E quali sono state le emozioni che hai provato cantando a fianco di
"momunenti" della lirica mondiale, mi riferisco in particolare a Domingo?
Pur avendo avuto un ottimo rapporto con tutti i colleghi che stimo e che apprezzo per la loro carriera, personalmente sono rimasto davvero molto colpito da Domingo, che considero l'ultima grande colonna portante della "vecchia guardia"
della lirica, ancora in grado di emozionare.
Dalla televisione non si vede, ma chi ha avuto modo di conoscerlo durante questa
impresa si è reso conto che non solo è un grande artista, ma è anche una persona
straordinaria dal punto di vista umano.
E' umilissimo, molto buono, molto attento agli altri. Nonostante la fama e la
tensione che un uomo come lui potesse avere in quest'occasione (perchè diciamolo
pure: aveva gli occhi di tutto il mondo puntati addosso e rischiava di
mettere a repentaglio fiumi di complimenti guadagnati in anni e anni di
successi, per questo progetto che fa storcere il naso agli esperti), era sempre
attento e gentile nei confronti dei collaboratori, dei colleghi, sempre pronto a
"fare due chiacchiere", a dare consigli a chi era in difficoltà sia da un punto
di vista registico sia vocale, a suggerire delle intenzioni a regista o
scenografo in base alla propria esperienza. E' una persona che ha vissuto con
grande umanità e con grande cuore questa esperienza e ci si sente onorati di averla conosciuta. Ha uno spessore umano e un
fascino artistico davvero elevato.
6) Hai accennato al fatto che questo progetto possa "far storcere il
naso" agli addetti ai lavori. Tu in questi giorni stai facendo le recite in
Scala (n.d.r L'occasione fa il ladro nei giorni 18, 20, 22, 24, 27 sett. 1 e 4 ottobre), quali commenti hai raccolto dai colleghi e in generale dagli esperti
della lirica?
Il commento quasi unanime del popolo degli addetti ai lavori su Domingo è stato:
"E' un tenore e deve fare il tenore" perchè per Rigoletto aveva le
aspettative vocali di un baritono verdiano, con la tipica sonorità scura, per
questo motivo, è rimasto un po' "deluso". Devo dire, invece, che dal mio punto
di vista, cioè il punto di vista di una persona che l'ha sentito dal vivo e non
filtrato da uno schermo televisivo, l'ho trovato adatto al ruolo, perchè
venivano comunque esaltate le sue doti vocali dato che la tessitura è abbastanza
acuta. Effettivamente forse mancava un po' del colore e della cavità di
risonanza tipica del baritono verdiano "padre".
Infatti, un altro commento interessante che ho sentito e che condivido è che la
voce di Domingo mancava del "fascino di padre", perchè Domingo nella voce
trasmette un fascino e una sensualità che risulta più credibile nei ruoli di
seduttore rispetto a quelli di padre.
Nella storia è considerato come un tenore fascinoso e vederlo nelle vesti di uno
storpio, padre di famiglia addolorato e sentirlo nella sua vocalità risultava
poco credibile.
E' stato comunque un grande attore e con gli occhi, nei primi piani che gli hanno
fatto, ha trasmesso moltissime emozioni, perchè anche nella vita reale è padre e
nonno, quindi sa cosa prova un padre.
Credo, pertanto, che per alcuni non sia risultato convincente non tanto per la
recitazione, quanto proprio per il colore e il fascino seduttore della sua voce.
7) E degli altri colleghi cosa ci racconti?
Mi ha colpito molto Gilda: Julia Novikova è una ragazza
che non ha una grande carriera alle spalle, non viene da grandi teatri o grandi
palcoscenici, e per un mese e mezzo si è messa a disposizione totale della regia
e della direzione orchestrale e ha creato, secondo me, un personaggio splendido.
Ha avuto un grande coraggio e nella sua espressività ha comunicato fin
dall'inizio il suo destino: negli occhi di Gilda non c'era mai troppo amore,
troppa gioia, c'era sempre come un fato segnato. Anche la sua voce era
particolarmente adatta al cinema e alla microfonazione, perchè ha un tipo di
emissione molto naturale ed è stata premiata dal mezzo televisivo. Sicuramente
ha fatto una figura splendida sia come cantante sia come attrice.
Ho stimato molto anche il coraggio di Vittorio Grigolo, perchè il ruolo
del Duca di Mantova è unanimemente considerato molto complicato ed è
stato cantato da tutti i grandi cantanti, quindi soggetto a molte comparazioni,
ma lui è stato comunque bravo a trovare una sua dimensione. Ha avuto anche molto
coraggio e solidità perchè non era in un buon stato di salute, però ha
affrontato ugualmente la mondovisione.
Vorrei citare anche i miei due compagni di "ruolo" Giorgio Caoduro (Marullo)
e Giorgio Gatti (Conte di Ceprano) che hanno ricevuto grandi
complimenti e che stanno conducendo una carriera davvero felice.
Veramente bravo e apprezzato è stato anche Gianfranco Montresor (Monterone).
8) Una critica dal tuo punto di vista a questo progetto televisivo?
Mi sono permesso di dirlo anche al Dott. Andermann: secondo me
hanno fatto un grave errore ad aver omesso di pubblicare i sottotitoli in Italia. Sono giustamente apparsi nelle televisioni di tutti gli altri Paesi del mondo, per favorire la comprensione, e sarebbe stato utilissimo farlo anche nel nostro Paese perchè, soprattutto
per i non appassionati, sarebbe stato un ottimo aiuto. E' stato un grande momento di
divulgazione dell'opera e non far capire il testo è stato molto grave, anche
perchè sono stati fatti anche alcuni errori di pronuncia.
9) In un programma radiofonico ho scoperto che il best seller più
venduto nelle librerie mantovane in quest'ultimo mese è stata la trama di
Rigoletto. Inoltre, molti ragazzi giovani hanno assistito all'opera sul
megaschermo installato in piazza Mantegna documentandosi circa la trama
dell'opera. Come commenti questa cosa?
Dal mio punto di vista, posso dire di aver constatato anch'io questi
"fenomeni", anche se mi auspicavo una curiosità più evidente in occasione delle
riprese, perchè pensavo che potesse suscitare un interesse maggiore vedere come
si gira un film.
La città ha partecipato all'evento, l'ha seguito con affetto, ha capito
l'importanza e la risonanza di questo progetto in mondovisione.
Mi auguro che questo progetto sia di buon auspicio e costituisca il punto di
partenza per la realizzazione di attività liriche di livello anche a Mantova.
Francesco Maria Piave e Giuseppe Verdi hanno scelto Mantova per ambientare
un'opera lirica, quindi ci auguriamo che la città investa di più in progetti
musicali di alta qualità. |