Personaggi
- Nabucco (Baritono), re dei Babilonesi
- Ismaele (Tenore), nipote di Sedecia re di
Gerusalemme
- Zaccaria (Basso), gran pontefice degli Ebrei
- Abigaille (Soprano), schiava, figlia adottiva di
Nabucco
- Fenena (Soprano), figlia di Nabucco
innamorata di Ismaele
- Abdallo (Tenore), vecchio ufficiale del re di
Babilonia
- Anna (Soprano), sorella di Zaccaria
- Soldati babilonesi, soldati ebrei, Leviti, vergini
ebree, donne babilonesi, Magi, grandi del regno di Babilonia, popolo (coro)
Introduzione
Melodramma in 4 atti di Giuseppe Verdi, su libretto di Temistocle
Solera.
Prima rappresentazione: Milano, Teatro alla Scala, 9 marzo 1842
Originariamente era Nabucodonosor, nella partitura autografa di
Verdi e nella prima edizione a stampa, ma lo stesso Verdi usò sempre
in seguito il titolo abbreviato, Nabucco, per la sua terza opera nonché
primo dei numerosi trionfi che segnarono la sua lunga carriera. L'impresario
della Scala, Bartolomeo Merelli, nel periodo successivo alla composizione
di Oberto, conte di San Bonifaci , offrì a Verdi un contratto per
tre opere da scrivere in otto mesi, tra cui un'opera buffa, Un giorno di
regno, che cadde clamorosamente alla prima esecuzione; Merelli non
diede peso a questo evento e confermò comunque la sua fiducia in Verdi,
offrendogli di musicare un libretto – Nabucodonosor appunto – che era
stato rifiutato dal giovane compositore prussiano Otto Nicolai.
Prima fonte del libretto di Temistocle Solera è naturalmente la
Bibbia, letta nella traduzione di Giovanni Deodati, come testimoniano le
citazioni apposte a capo delle varie sezioni del libretto. I riferimenti alla
Bibbia riguardano in particolare il regno di Giuda e la sua invasione da parte
del re babilonese Nabucodonosor nel 587-586 a.C., quando fu saccheggiato il
tempio di Gerusalemme, cui seguì la deportazione dei vinti in Babilonia, dove
circa mezzo secolo dopo furono liberati; nel racconto biblico non figurano però
né Ismaele – nipote di Sedecia re di Gerusalemme – né Abigaille,
e neppure Fenena. Altre fonti più vicine al libretto di Solera
sono il dramma francese Nabuchodonosor di Auguste Anicet-Bourgeois e
Francis Cornu, rappresentato nel 1836 al Théâtre de l'Ambigu-Comique di
Parigi, tradotto dopo circa due anni in italiano, e Il ballo storico
Nabuccodonosor di Antonio Cortesi, rappresentato alla Scala il 27
ottobre 1836. Frutto della fantasia di Solera è invece l'amore non
corrisposto di Abigaille per Ismaele, che non trova riscontro in
alcuna delle fonti citate.
L'opera andò in scena il 9 marzo 1842 con un successo tale da venire ripresa
settantacinque volte solo alla Scala entro la fine dell'anno.
Trama
ATTO I - Gerusalemme
Nel tempio di Salomone, Ebrei e Leviti invitano le vergini ebree a
pregare per la salvezza di Israele, poiché Nabucco, il re d'Assiria, li
ha invasi.
Entra Zaccaria, profeta ebraico, dicendo che Dio ha tratto in suo potere
Fenena, figlia di Nabucco: lei forse potrà far ritornare la pace;
invita perciò gli Ebrei a confidare nel loro Dio.
Improvvisamente si sentono urla: giunge quindi Ismaele,
nipote di Sedecia re di Gerusalemme, per annunciare che Nabucco si
sta avvicinando furibondo. Zaccaria affida Fenena a Ismaele,
predicendo rovina al Dio di Belo. Rimasti soli Ismaele e Fenena,
ricordano quando, nelle vesti di ambasciatore di Giuda, Ismaele andò in
Babilonia e fu imprigionato. Fu Fenena a salvarlo sia dalla prigione sia
dall'amore furente della di lei sorella, Abigaille.
Fenena gli rammenta la sua attuale condizione di schiava, e
Ismaele, follemenente innamorato, le giura che le renderà la libertà.
Mentre sta per aprire una porta segreta da cui fuggire, entra Abigaille,
schiava creduta figlia primogenita di Nabucco, seguita da alcuni
guerrieri babilonesi travestiti da Ebrei.
Sorpresi i due amanti, ella accusa Ismaele di tradire la
patria per una donna babilonese e grida vendetta, confessando di averlo amato e
di avergli offerto anche il regno di Babilonia; sentendosi schernita, ha mutato
ora il suo amore in odio, ma si dichiara pronta a salvarlo se Ismaele
cambierà partito.
Gli Ebrei sono in preghiera nel tempio, quando giunge la notizia che Nabucco
a cavallo si sta avvicinando. S'avanza anche Abigaille, inneggiando a
Nabucco: è lei che ha aperto il passo ai guerrieri babilonesi, che ora fanno
irruzione nel tempio. Segue anche Nabucco, che viene affrontato da
Zaccaria; questi minaccia di uccidere Fenena, che tiene in pugno, se
Nabucco osasse profanare il tempio. Mentre Zaccaria sta per
vibrare il colpo su Fenena, Ismaele ferma il pugnale; la fanciulla
corre fra le braccia di Nabucco, che annuncia tremenda vendetta.
ATTO II - L'empio
Abigaille ha in mano uno scritto, sottratto a Nabucco, nel
quale scopre le sue origini servili.
Per questa ragione Nabucco destina il trono alla figlia minore, Fenena,
mentre Abigaille è tenuta in schiavitù.
Questa sua condizione la rende furente contro tutti, al punto da minacciare di
morte Fenena, il finto padre Nabucco e il regno.
Il gran sacerdote di Belo avverte Abigaille che Fenena sta
liberando gli Ebrei, per cui il popolo assiro acclama regina Abigaille.
Nella reggia Ismaele incontra i Leviti che gli intimano di fuggire,
maledicendolo perché ha tradito il suo popolo. Sopraggiunge Anna, che
dice di aver pietà di Ismaele: ha salvato un'ebrea, Fenena, che si
è infatti convertita al dio di Israele.
Entra Abdallo dicendo che è stata annunciata la morte di Nabucco
e che Abigaille è invocata regina.
Abigaille intima a Fenena di renderle la corona; ma entra
Nabucco e, strappata la corona dalle mani di Abigaille, la sfida a
prenderla dal suo capo.
Nabucco ripudia il dio di Babilonia, che ha reso i babilonesi traditori, e
quello degli Ebrei, che li ha posti in suo potere e, in un impeto d'orgoglio,
dichiara se stesso dio. A questa affermazione viene colpito da un fulmine e
Nabucco sembra avere sul volto le tracce della follia: sconvolto, cade,
invocando l'aiuto di Fenena, mentre Abigaille raccoglie la corona.
ATTO III - La profezia
Negli orti pensili di Babilonia Abigaille è sul trono. Il sacerdote
di Belo invoca la morte per tutti gli Ebrei e per Fenena per prima,
perchè traditrice di Belo.
Entra quindi Nabucco, trasandato e con abbigliamento lacero.
Abigaille ordina di rinchiuderlo nelle sue stanze, poiché ha perso il senno,
ma Nabucco rivendica il suo trono e affronta Abigaille chiedendole
come osa sedervi.
La donna dice di averlo occupato per il bene di Belo quando lui era demente e lo
informa dell'imminente sterminio degli Ebrei. Nabucco è stupito,
Abigaille rincara la dose e lo accusa di essere un vile e Nabucco,
messo alle strette, firma allora l'ordine, ma quando si rende conto che in
questo modo ha condannato anche Fenena vorrebbe tornare sui suoi passi.
Abigaille non lo permette, e dice che avrà lei come figlia. Infuriato,
Nabucco la definisce "schiava" e cerca il foglio che attesta la sua nascita
servile, ma Abigaille lo estrae dal seno lo distrugge.
Abigaille fa rinchiudere Nabucco in prigione, ed egli
disperato, le chiede di rendergli almeno Fenena.
Intanto, sulle sponde dell'Eufrate, gli Ebrei incatenati e costretti al
lavoro pensano con nostalgia alla loro patria Va pensiero sull'ale dorate.
Subito dopo giunge Zaccaria, che profetizza la futura liberazione del suo
popolo.
ATTO IV- L'idolo infranto
Negli appartamenti della reggia Nabucco sta dormendo. Si ode il suono di
guerra e Nabucco si sveglia ansante credendo che Belo stia cadendo in mano agli
Ebrei. Si affaccia alla finestra e vede la figlia Fenena tratta a morte
in catene. Cerca di liberarsi, ma si rende conto di essere rinchiuso; disperato,
si tocca la fronte e invoca il perdono al Dio di Giuda. Sentendosi guarito e
rinvigorito riesce ad aprire con violenza la porta, ruba la spada ad Abdallo
e corre a salvare Fenena. Intanto negli orti pensili il sacerdote
di Belo attende Fenena, che si prepara al martirio. Irrompe
Nabucco, con Abdallo e i guerrieri; cade l'idolo, e Nabucco
spiega come il Dio di Giuda lo rese demente quand'era tiranno, facendo anche
impazzire Abigaille che nel frattempo ha bevuto il veleno.
Tutti si inginocchiano e rendono grazie a Dio. Entra Abigaille, in fin di
vita, sorretta da due guerrieri: chiede perdono a Fenena, benedicendo il
suo amore con Ismaele; muore implorando la pietà di Dio, mentre
Zaccaria saluta Nabucco re dei re.
Brani celebri
- Sinfonia (parte I)
- Mio furor, non più costretto, (finale atto I)
- Ben io t'invenni, o fatal scritto!... Anch'io dischiuso un
giorno, recitativo e aria di Abigaille (atto II)
- Vieni, o Levita, preghiera di Zaccaria (atto II)
- S'appressan gli istanti!, concertato (atto II)
- È l'Assiria una regina, introduzione (atto III)
- Va', pensiero, sull'ali dorate, coro degli ebrei (atto III)
- Dio di Giuda preghiera di Nabucco (atto IV)
Libretto
Leggi il libretto dell'opera Nabucco di Giuseppe Verdi in formato pdf