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Gli schemi seguenti evidenziano la costituzione istologica del bordo glottico
della corda vocale in salute e in sviluppo di lesione primitiva (reazione
edematosa) e di nodulo (fig.5, fig. 6, fig.7).
Questo stadio è molto rapido (5 secondi per la vasocostrizione arteriolare,
pochi minuti per l'edema), ma anche facilmente reversibile. È il tempo ideale
per un primo recupero.
Se i fenomeni si ripetono, il danno fibrillare e vascolare è maggiore e si
avviano i processi infiammatori di seconda fase con liberazione di particolari
sostanze (mediatori chimici) che stimolano una migrazione leucocitaria, per la
fagocitosi dei detriti tessutali da eliminare cui fa seguito il processo
riparatore. Si forma un nuovo tessuto connettivo di sostituzione attraverso la
neoformazione di vasi, la proliferazione di fibroblasti per la produzione di
mucopolisaccaridi costituenti le nuove collagene e la nuova sostanza amorfa.
Le neofibrille tuttavia non rispettano la primitiva disposizione, ma si
addensano senza una organizzazione finalizzata e ciò comporta una riduzione
della proprietà biomeccanica. A questo stadio, secondo la preminenza dei tessuti
neoformati, si sviluppa la lesione organica di tipo nodulare. L'attrito
superficiale dell'epitelio ha stimolato anche un aumento delle cellule
superficiali (fig.8).
Poiché il processo è lento, questo è il tempo utile per un ulteriore intervento
di prevenzione secondaria.
Ancor più considerando la possibilità di istaurarsi un circolo vizioso. Infatti,
l'alterazione del bordo (monolaterale) crea un pre-contatto al terzo medio delle
CCVV con attrito che stimola infiammazione nella corda contro laterale, inoltre
crea una doppia fuga d'aria espiratoria anteriore e posteriore al pre-contatto.
A questo passaggio d'aria il sistema muscolare laringeo (corde e false corde)
reagisce con unipertono (compensatorio) che aumenta ulteriormente l'attrito
innescando il circolo vizioso e favorendo l'instaurarsi di un nodulo
controlaterale.
Il quadro finale è una doppia modularità che si fronteggia (kissing nodules).
Nella fase precoce dell'infiammazione (primo giorno) i mediatori chimici
dell'infiammazione sono di tipo istaminico, quindi possono essere contrastati
dai farmaci opportuni, inutili nei periodi successivi ove chinine e
prostaglandine possono essere meglio inibiti da fans o cortisonici.
Il processo ripartivo prosegue ed è ritmato da tempi riconoscibili in due – tre
settimane circa di latenza, riconducibili alla ristrutturazione delle fibre
elastiche e in quattro settimane seguenti riconducibili alla riorganizzazione
del nuovo tessuto connettivo in via di formazione. Si verifica in questo periodo
un aumento di resistenza agli agenti lesivi per riacquisita elasticità. Tuttavia
una attività vocale in questo periodo tanto più se uno sforzo favorisce il
ripetersi di tutto il processo infiammatorio, nelle zone adiacenti alla lesione,
con possibile allargamento della lesione primitiva. È il momento strategico del
silenzio assoluto, sempre prescritto dal medico, difficilmente rispettato dal
cantante.
Nei mesi successivi decresce l'elasticità del nuovo tessuto a seguito
di una ialinizzazione della sostanza amorfa ed a maggior adesività reciproca
delle fibre neoformate.
È questo lo stadio di irreversibilità.
Riassumendo, è evidente dunque come un corretto training vocale ed un precoce
intervento su eventuali malattie da agenti esterni o di tipo organico generale
(che alterano il training stesso) costituiscano una prevenzione primaria
auspicabile.
Un intervento ai primi segni di lesione ha tuttavia possibilità di invertire la
tendenza o quanto meno contenere il danno.
La precocità del consulto medico da parte del professionista vocale è di
primaria importanza. Da parte del medico specialista è parimenti essenziale la
corretta identificazione diagnostica e la qualità della terapia, secondo i tempi
evolutivi della lesione scegliendo terapie farmacologiche specificamente
individuate, senza perdere tempo con terapia a dosaggi insufficienti o ad
efficacia troppo diluita nel tempo.
Influenzano il giudizio anche gli impegni dell'artista.
Ciò dà adito sovente a «contrattazione» fra paziente e medico, soprattutto
riguardanti i tempi del riposo vocale. La valutazione prognostica del futuro
professionale del cantante dovrebbe essere il principio informatore delle scelte
da entrambe le parti.
Esiste une lesione definita “nodulo molle”. Sotto il profilo istologico è una
improprietà di classificazione. L'aspetto macroscopico può essere quello del
nodulo sotto il profilo istologico è una raccolta di essudato che si infiltra
fra l'epitelio (mantello) e corpo sottostante. L'effetto funzionale e
sintomatologico corrisponde al nodulo, cui viene assimilato, anche se gli
effetti farmacologici o l'impiego chirurgico sarà differente.
A questo punto diventa essenziale, da parte del cantante, l'identificazione
della sintomatologia precoce, nei segni più sfumati, senza falsi ottimismi o
pericolose attese, tanto peggio se conseguenti a terapie autoprescritte.
Operando una analisi dei differenti atteggiamenti funzionali laringei da lesione
organica, si considera in sintesi che ogni lesione comporta primitivamente una
incompleta adduzione cordale, con conseguente fuga d'aria, riduzione della
durata espiratoria, riflesso tonico sul sistema muscolare extralaringeo.
I segni dunque iniziali (edema effimero) sono:
- l'affaticamento vocale anche senza disodia;
- possibile ritardo dell'attacco (può essere anche solamente una percezione
soggettiva piuttosto che uditiva di altri);
- lievissima velatura del registro centrale e/o perdita del così detto
«squillo»;
- talora disfonia solamente della voce parlata (indice tipico se consegue alla
fatica canora). In riferimento a ciò si mette in guardia circa la frequente
giustificazione di “disfonia da fatica” o necessaria per il rinforzo vocale. È
una valutazione superficiale, erronea, tanto più, pericolosa, se favorisce nel
cantante il procrastinare un controllo medico.
Nell'edema che tende alla stabilizzazione, si evidenzia:
- perdita di falsetto, del P e PP, del fiato;
- disfonia della voce parlata ingravescente per qualità e durata;
- si associano i segni di scompenso extralaringeo quali bruciori faringei,
raschio, trafitture al collo, dolorabilità alle spalle.
L'abbassamento della fondamentale, la riduzione di intensità e del range vocale
sono normalmente segnali di lesione in evoluzione, di uno stadio cioè che
predispone alla cronicità della lesione, alla possibilità di un intervento
terapeutico di tipo chirurgico.
Terapia
Per il
nodulo non vi sono terapie farmacologiche efficaci di nessun tipo
(farmaceutica, omeopatica, fitoterapica, termale).
Possono essere di aiuto le terapie farmacologiche che agiscono su processi
infiammatori delle vie respiratorie quando questi ultimi agiscono da
aggravamenti sul processo nodulare. Il loro effetto comunque è solamente di
blocco evolutivo.
La logoterapia è il vero procedimento utile, il cui effetto deve essere
controllato mediante laringostroboscopia .
Se il nodulo raggiunge determinate grandezze, l'involuzione non è più
possibile.
Si rende necessario l'intervento chirurgico praticato da Fonochirurgo cui
seguirà logoterapia di recupero e la ricerca con maestro di canto
dell'alterazione tecnica responsabile, non di meno l'accertamento anche con il
Foniatra della reale classificazione vocale e del corretto repertorio.
Concludendo, in ogni malattia (causa) che comporta una alterazione della voce
cantata (effetto), è possibile un intervento terapeutico di recupero,
tanto più risolutivo, quanto più precoce è il momento diagnostico di
corretta identificazione causa – effetto. È questo il momento più significativo
di una reale collaborazione fra cantante, maestro di canto e foniatra.
Sono possibili ricadute patologiche anche se non frequenti. Il nodulo si può
ripresentare nella stessa o nell'altra corda, sia nel soggetto guarito dopo
riabilitazione logopedica, sia nel soggetto operato, solitamente a distanza
prolungata nel tempo.
La costituzione istologica delle CCVV ha la tendenza a ripetere, infatti, le
stesse alterazioni.
Le cause che riproducono il nodulo sono più spesso analoghe alle cause
primitive ma possono essere anche differenti, fermo restando la stessa fragilità
d'organo. Per questa ragione, il cantante che ha sofferto di tale alterazione
deve essere sempre attento ai sintomi premonitori, meglio ancora non dovrebbe
accontentarsi della salute ritrovata, ma indagare sino alla scoperta della causa
primitiva e risolverla definitivamente.
Se un corretto intervento chirurgico può assicurare una ripresa funzio-nale
ottima, non è vero altrettanto per le ricadute nodulari, per cui è più difficile
una ripresa funzionale perfetta qualunque sia la terapia applicata.
La ricaduta stessa è segnale di problematica grave e irrisolta. Per
assicurarsi la ripresa professionale tranquilla diventa indispensabile la
ricerca causale anche se impegna uno stop lavorativo prolungato, sin anche ad
una revisione di tecnica e repertorio.
Seguono alcune immagini macroscopiche di patologie nodulari (fig. 9-15).