Gli parve che ogni osso del suo corpo fosse sul punto di sgretolarsi, mentre la testa gli doleva in maniera massacrante, Â come se i suoni che stava percependo venissero da miglia lontane. Aprì gli occhi lentamente. All'inizio vide una macchia sfuocata rosea e tutt'intorno tappezzeria celestina, poi, estremamente piano, aguzzò gli occhi e riconobbe il volto corrucciato e preoccupato di Margherita, la figlia di Barezzi, che lo stava chiamando con voce soave. Gli occhioni verdognoli di Margherita gli parvero davvero un cielo estivo.
-Giuseppe come stai?- Chiese lei sedendosi al bordo del letto.
-Che è successo?-
-Sei caduto in un qualche fosso ieri sera nel ritorno da casa tua.-
-Oh- fece lui rammentando la sensazione dell'acqua gelida e la nerboruta contadina.
-Come stai?-
-Mi sento tutto rotto.-
-Mi pare logico, ti sarai fatto poi chissà quanta strada al freddo tutto bagnato, mio padre appena ti abbiamo raccolto sull'uscio di casa ha chiamato il medico.-
-Aspetta! Una donna mi ha salvato- esclamò lui ancora tramortito da quella sensazione di sfinimento.
-Un donna?- Fece la ragazza strabuzzando gli occhi.
-Si, mi deve aver portato lei qui.-
-No Giuseppe ci sei arrivato da solo.-
-No ti dico, mi ci ha portato lei, era un donnone enorme, più grande di me.-
La ragazzina sospirò profondamente. - Mah si vede che l'acqua fredda fa quest'effetto. Ci hanno bussato alla porta, stavamo cenando, e quando papà ha aperto tu eri svenuto davanti all'uscio di casa, da solo.-
-Impossibile!- Giuseppe stava sentendo tutte le forze tornargli.
-Impossibile!- Lo imbeccò Margherita che in quanto a carattere non temeva nessuno nella sua famiglia – pensi che io mi sogni?-
-No, certo che no...- Fece Giuseppe retrocedendo subito davanti alla fermezza di Margherita, che aveva appena un anno meno di lui, ma che aveva negli occhi la veemenza del Provesi quando si arrabbiava.
-E sentiamo- fece con la voce grondante di stizza Margherita, incrociando le braccia davanti al petto e aguzzando quei suoi occhietti color smeraldo dalle ciglia lunghissime – questa donna, secondo il tuo modesto parere, perché non avrebbe voluto nemmeno una ricompensa per questo suo eroico gesto?-
-Ma che ne so?-
-Non lo sai perché eri svenuto e ti sei sognato.-
-Mah! Che sia così...- Sbuffò alla fine perplesso rivolgendo lo sguardo alla finestra che dava sul cortile.
Ad un tratto irruppe dalla porta il signor Antonio, col volto preoccupatissimo e la carnagione pallida.
-Peppino come stai?- Fece avvicinandosi al letto.
-Bene, bene.-
-Oh, gran Dio! Che spavento che ci hai fatto prendere.-
-Me lo sono preso pure io.-
-Dove sei cascato?-
-Penso nell'argine, vicino alla cascina degli Accarini.-
-Ma è lontana.- Constatò Barezzi sgranando gli occhi figurandosi il suo pupillo percorrersi tutta quella strada bagnato fradicio.
-Una donna mi ha portato qui, io ricordo che mi ha salvato una donna.-
-Pfu!- Sospirò Margherita assumendo una posa morbida sopra la seggiola foderata di velluto verde.
-Una donna?- Esclamò Barezzi stupito.
-Papà è ovvio che Peppino ha battuto la testa da qualche parte- commentò lei con ilarità.
-Non ho battuto la testa da nessuna parte!- Ribatté Giuseppe con impeto. Maledizione quella ragazzina faceva sempre così la superiore.
-Ma Peppino eri svenuto, ma eri solo sull'uscio!- Barezzi adoperava quel diminutivo affettuoso da quando Giuseppe era venuto a vivere lì con loro, si era affezionato al ragazzo come se fosse stato suo; la sera prima quando se l'era visto moribondo tutto fradicio lì di fronte si era spaventato a morte.
 -Io sono stato portato qui da una donna signor Antonio...-
-Secondo me invece il freddo dell'acqua del fosso ti ha fatto sragionare- lo imbeccò di nuovo Margherita divertendosi molto a prenderlo in giro. Giuseppe sbuffò e le ficcò i suoi due occhi da predatore addosso: -non riesci a farmi perdere la pazienza Margherita.-
-Su, su ragazzi- li rabbonì Barezzi – Margherita tesoro andresti di là a dire a Teresa di portare del brodo caldo per Giuseppe?-
Barezzi era esemplare nel saper trattare con le sue donne, Giuseppe aveva da sempre notato i bei modi del signor Antonio. Non si arrabbiava mai, non alzava mai il tono della sua voce, e aveva sempre quello sguardo avvolgente che faceva in modo che qualsiasi interlocutore rimanesse sempre accondiscendente nei suoi confronti.
-Va bene papà- Margherita non gli sembrò però accondiscendente o rabbonita. Si alzò dalla sedia rimodellandosi la gonna celestina che aveva fatto delle pieghe e si tirò indietro una ciocca di capelli corvini. Giuseppe parve in quel momento, nonostante la seccatura che la ragazza gli aveva procurato fino a quel momento, accorgersi del bel figurino della figlia di Barezzi. Era divenuta alta, e ormai aveva già i seni visibili sotto il busto e la camiciola. E non erano piccoli. Anche la moglie di Barezzi era una gran bella donna, e Margherita sembrava assomigliarle.
-Peppino- Barezzi lo destò dall'intorpidimento che le sue riflessioni gli avevano procurato.
-Si?-
-Allora, prima di tutto manderemo Giovannino da Provesi a dirgli che stai bene, era a cena anche lui ieri sera da noi e quando ti ha visto mezzo morto gli è quasi preso un colpo.-
-Mi spiace- commentò lui.
-E' vecchio ormai il Provesi, senti te la senti per giovedì sera di dirigere la tua sinfonia?- Fece sedendosi dove prima era Margherita.
-Si, si! Figuriamoci, per un po' di freddo, ma giovedì sarò pronto- si affrettò a rispondere Giuseppe.
-Sai sarebbe un peccato che tu non fossi presente, un bel Barbiere di Siviglia con la tua sinfonia sarà apprezzato da tutti, e Provesi dice di tenerci molto a che tu ci sia dopo averlo aiutato così tanto con le prove.-
-Si, lo so.-
-Ecco poi vi è un'altra questione...- Cominciò con aria assorta fissando il cielo autunnale dalla finestra.
-Che cosa?- Chiese Giuseppe.
-A Soragna Frondoni ha rinunciato a far l'organista.-
-Rinunciato?-
-Si, ha rinunciato.-
Un silenzio plumbeo permeò la stanza.
-Volete che io provi a prendere il suo posto?-
-Ragazzo a sedici anni ti troveresti in una bella posizione, uno stipendio, e tanto altro...-
Giuseppe si appoggiò sui gomiti e aguzzò i suoi occhi.
-Che debbo fare?-
Barezzi sorrise. - Tu scrivi una bella lettera all'opera parrocchiale di Soragna, Provesi ti scriverà una bella lettera di presentazione in cui dice che sei allievo suo e al resto, poi, penserò io.-
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