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Salome di Strauss al Teatro Comunale di Bologna - Intervista al direttore Luisotti

GianMarco Caselli, 01/02/2010

In breve:
Bologna, 16 gennaio 2010 - La stagione lirica del Teatro Comunale di Bologna si apre con l'opera Salome di Richard Strauss diretta da Nicola Luisotti e con la regia di Gabriele Lavia. Abbiamo intervistato il direttore per conoscere meglio questo capolavoro d'oltralpe.


Nicola Luisotti - Direttore orchestra E' stato il viareggino Nicola Luisotti ad aprire il 16 gennaio la stagione lirica del Comunale di Bologna, con la Salome di Richard Strauss, un'opera che, dal suo primo apparire, suscitò entusiasmi ma anche clamori sia per la musica che andava a colpire il sistema tonale sia per il soggetto.

Un successo indiscusso per Luisotti che ha reso molto più lirica un'opera che talvolta rischia di vedere accentuati i caratteri musicali più aspri.

Abbiamo intervistato il Maestro Luisotti che sta concludendo le repliche dell'opera riscuotendo acclamazioni a ogni serata.

Salome è un'opera certamente impegnativa sotto molteplici punti di vista. Quali sono state le difficoltà maggiori dal punto di vista musicale?
Una delle più grandi difficoltà che ho riscontrato durante lo studio della partitura è la struttura stessa dell'Opera. Salome, si sa, è estremamente complessa poiché si basa principalmente su molteplici idee che si intersecano tra loro, apparentemente senza logica. Il lavoro di analisi che ne segue è pertanto assai arduo e riuscire a "legare" tutte le cellule tematiche per dare quel senso di un unico respiro a tutta la partitura è veramente difficile. Una volta però trovata la chiave di lettura, si può procedere al lavoro con gli Artisti e con l'Orchestra, e a quel punto la Musica di Strauss diventa la vera protagonista della serata.

In questo allestimento Luisotti ha lasciato la sua impronta interpretativa? Se sì, in quale modo?
Credo che Luisotti non possa trovare niente di più di quello che il compositore ci ha lasciato. Il mio compito infatti è quello di rileggere, assieme ai miei musicisti, un capolavoro assoluto, in questo caso, di Strauss.

Nicola Luisotti - Direttore orchestra Cosa ha significato lavorare a fianco di Gabriele Lavia? Ha influito anche sul modo di concepire l'opera?
Credo che Gabriele Lavia, oltre ad essere un amico, sia anche un ottimo collega. Ci influenziamo volentieri a vicenda ogni volta che facciamo qualcosa assieme. Parliamo molto delle nostre scelte e della direzione nella quale vorremmo andare. Io faccio parte di quei direttori d'Orchestra che vanno a tutte le prove di regia, poiché sono fermamente convinto che uno spettacolo d'Opera debba nascere tra la collaborazione stretta dei due responsabili dello spettacolo. Così è stato anche a Bologna.

Lei è originario delle terre dove ha vissuto Puccini. Crede che Strauss operista possa essere valutato maggiormente nel nostro Paese?
Tra Puccini e Strauss, si sa, non c'è stata a suo tempo molta stima reciproca. Credo che le ragioni siano da ricercarsi nel percorso, così diverso, che i due musicisti hanno fatto. Il successo di questa Salome bolognese dimostra comunque che Strauss è un compositore più che amato in Italia ed io, trovandomi molto spesso all'estero dirigendo Puccini, mi sento di dire che anche lui è assai amato fuori dal suo paese. I grandi talenti, i geni del passato, del presente e del futuro, hanno avuto, hanno ed avranno sempre il loro spazio ovunque

Nicola Luisotti - Direttore orchestra Da dove crede che abbiano origine i limiti nella ricezione dell'opera da parte delle nuove generazioni?
Io credo profondamente che le origini della mancanza di un vero interesse per la grande Musica dipenda soprattutto dall'educazione. Si dovrebbero infatti insegnare meglio ai nostri giovani i grandi valori provenienti dal passato. Non dobbiamo dimenticarci che i nostri ragazzi, che chiamiamo con l'innocuo sostantivo "giovani" un giorno alcuni di loro saranno i nostri amministratori e tenderanno a valorizzare ciò che hanno imparato quando erano appunto...giovani. Se non avranno maturato, nell'età giusta, quali sono i veri valori del loro Paese, tenderanno quindi a disprezzarli. Gli esempi nell'attualità credo non manchino. Non mi sembra infatti vi sia un'attenzione così rilevante da parte dei nostri politici per la fruizione della Musica nel nostro Paese, così importante anche per l'immagine dell'Italia all'estero. Non basta dunque dare dei soldi (ultimamente anche risicati), si dovrebbe invece anche pensare seriamente ad un piano educativo per la salvaguardia della nostra tradizione. Purtroppo, ultimamente siamo stati tutti messi in un grande calderone dove i buoni e i cattivi debbono cuocere assieme. Ma io sono fiducioso, l'Italia è un grande Paese ed ha dimostrato sempre di esserlo, anche nei momenti più difficili. Mi auguro pertanto di assistere ad un progressivo e radicale mutamento della mentalità attuale e che la grande Musica, vera portatrice sana di emozioni incontrastate, possa tornare ad essere l'orgoglio delle nostre future generazioni.

 
 
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